Marino – Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Veronika:

Veronika, una giovane 15enne di Frattocchie (Marino), studentessa del Liceo Classico “Ugo Foscolo” di Albano, ha voluto scrivere una lunga riflessione negli ultimi giorni legata al tema della violenza sulle donne. Alla luce degli ultimi, tragici avvenimenti riguardanti i femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula, gli ennesimi episodi di violenza sulle donne che purtroppo, hanno riempito le cronache locali e nazionali negli ultimi giorni, le sue parole diventano non solo attuali, ma pregne di significato e di valore.

“E se gli altri non lo dicono, lo dico io. Io non so se sia giusto così, se tutto questo sia fatto apposta, programmato, organizzato… ma a me non piace. Non mi piace aver paura di uscire la notte da sola. Non mi piace dover fare attenzione a come mi vesto, in che condizioni sono e quanti bicchieri ho bevuto. Non mi piace dover dare spiegazioni su un mio atteggiamento ritenuto inappropriato. Non mi piace sentirmi dire frasi del tipo: ‘Ahò, ma ti svegli? Quanto sei stupida!’; ‘Vabbè, sei donna, queste cose non puoi capirle’; ‘Non sono argomenti che ti riguardano, lascia fare a chi se ne intende’; ‘Quando ti sposi? Io alla tua età avevo già due figli e un marito!’; ‘Non puoi farlo, è roba da uomini’; ‘Guarda che, se continui così, nessuno ti si prende, eh?’; ‘Ma hai il ciclo?’. E non ho menzionato nemmeno tutti gli stereotipi di genere che sento ogni giorno, ogni ora.
Le mie non sono parole buttate al vento: sono quelle che non hai pronunciato tu, tu o tu, e lei, il mio girasole.
Non mi piace dovermi sentire fischiare da una macchina. Che qualcuno mi faccia sentire piccola. Che qualcuno mi gridi contro perché sono donna. Che mi si dica che non sarò mai nessuno. Non mi piace che una mano mi tocchi senza il mio consenso (ma per meno di 10 secondi, così non viene considerata violenza. Giusto? Io, in 10 secondi, se trovo le forze dopo essere stata toccata, potrei spaccargli la faccia, anche se, per la Legge italiana, poi la colpa ricade su di te. E io dovrei vivere così, stando zitta? NO, non esiste proprio).
Nella mia vita avrò fatto delle scelte sbagliate, ma una scelta che ho fatto è giusta al 100%: ho iniziato un percorso lungo, difficile e pericoloso, ma fantastico. Ho paura, ho paura da morire, ma non lascerò mai nessuno indietro. Mai! Mia mamma, alcune volte, ha paura di me, in senso positivo, ma ha paura, perché sa che io zitta non so stare. Ha paura quando esco, perché è consapevole del fatto che, se qualcuno mi dovesse suonare, sarei in grado di rispondere, o, se qualcuno mi dovesse guardare troppo o scattarmi delle foto, io sarei in grado di andare a domandargli se voglia una foto o se abbia qualche problema. Io faccio proprio questo e ho paura, perché reagendo potrei beccarmi uno schiaffo, essere stuprata o, addirittura, non vedere più nessuno della mia famiglia.
Parlo apertamente perché, purtroppo, accade questo: se non stai zitta, vieni punita. Però, sapete, è più forte di me: io zitta non ci sto e non ci starò mai! L’ho detto dall’inizio, farò di tutto per cambiare anche una piccola parte dello schifo che c’è in questo mondo, anche morendo, se necessario. Ma sono sicura che, se dovesse accadere, avrò lasciato un pezzettino di me in ognuno di voi, anche a chi non mi ha mai supportato.
Persone che fino a 10 minuti prima reputavo fratelli o sorelle mi hanno detto: ‘Ma ora, con questo profilo, pensi di cambiare il mondo? Che ridere!’. Sapete che c’è? Che io vi dico di sì. Perché, quando mio fratello torna da scuola e mi dice che ha difeso una sua amichetta dalle prese in giro, che l’ha fatta passare prima perché ‘Prima le donne’ o che le ha prestato un colore che non aveva, io mi sento già ‘avanti’, perché so che sto crescendo un Uomo che ha solamente 6 anni.

Non me ne faccio nulla di frasi del tipo ‘È inutile che tu faccia tutto questo, perché è sempre stato così’, perché domani io posso morire solamente per aver detto ‘No’. Domani io posso rimanere incinta in seguito a uno stupro e non so nemmeno se devo per forza tenere il bambino. Domani posso essere toccata solo perché vestita scollata e proverò sotto la doccia a strofinare la pelle fino a farmi uscire il sangue, ma continuerò a sentirmi sporca. Domani potrei salutare mamma per l’ultima volta, lo sai?



Io ho paura dell’uomo, ma anche delle donne, le prime nemiche delle donne stesse. Io spero, un giorno, di diventare mamma e, vi dico la verità, mio marito o mia moglie (perché il mio orientamento sessuale è ancora da scoprire) dovrà aiutarmi in cucina, con i figli e con la scuola, perché io nella mia vita non ho nessun ruolo e nessuna etichetta: sono una persona e, se la persona che ho al mio fianco non è in grado di comportarsi come tale, preferirò rimanere sola.
I miei profili non sono stupidi né inutili e parlo per le persone che non hanno la forza o che non hanno avuto il tempo di aiutare loro stessi perché troppo impegnati ad aiutare gli altri. E a breve verrò a trovarti. Mi sei stata tolta e io non permetterò più a nessuno di fare del male a una donna. Perché so che, se tu fossi ancora qui con me, le avresti salvate tutte, ma hai dimenticato di salvare te stessa. So che sei fiera di me.
Tua Veronika”.

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