Velletri

Velletri – La vigilia di Natale ha visto le finestre della facciata del fabbricato viaggiatori della stazione di Velletri illuminarsi in omaggio a un momento storico: il ricordo della visita di San Giovanni Paolo II, avvenuta il 7 settembre 1980.


L’iniziativa, promossa dalla Fondazione “Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola” in collaborazione con la sezione “Andreozzi – Castrucci” del Dopolavoro Ferroviario, ha avuto un forte valore simbolico. Mentre nella Basilica Vaticana si apriva la Porta Santa, le finestre del balcone centrale della stazione, quelle dell’appartamento che ospitava all’epoca la famiglia del capostazione Ferdinando Angeloni, si sono illuminate. Da quel balcone, il Papa si rivolse alla folla radunata in Piazza Martiri di Ungheria, lasciando un segno indelebile nella memoria della città.

Un gesto semplice ma carico di significato: San Giovanni Paolo II, ricordato come il Pontefice del Grande Giubileo del 2000, è simbolo di passaggio e rinnovamento, così come l’apertura della Porta Santa rappresenta l’inizio di un nuovo cammino. L’illuminazione è stata accompagnata dall’esposizione di un prezioso simbolo di fede: il Bambinello de “Il Melograno”.

Questo Bambinello ha una storia particolare e profonda. Originariamente appartenuto alla comunità dei Fratelli Maristi, veniva prestato ogni anno per il presepe di strada organizzato dal comitato “Il Melograno”, guidato dal compianto Paolo Ottaviani. Dopo la partenza della comunità marista da Velletri, il Bambinello fu donato al comitato con la promessa che restasse accessibile alla devozione pubblica. Conservato gelosamente da Ottaviani negli anni in cui il presepe non fu allestito, è stato successivamente messo a disposizione dalla sua famiglia per la Fondazione “Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola”.

Quest’anno, il Bambinello è stato esposto dietro una finestra del corridoio restaurato dalla professoressa Rossana Tubani, lo stesso percorso compiuto da San Giovanni Paolo II durante la sua visita. Un simbolo di speranza che, all’inizio del Giubileo della Speranza, vuole trasmettere forza e fede a chiunque alzi lo sguardo verso quella finestra.

In un luogo come la stazione, spesso crocevia di storie difficili e rifugio degli ultimi, l’iniziativa si propone di infondere speranza e un augurio di pace universale, affinché il messaggio del Santo Pontefice possa continuare a illuminare i cuori in questi giorni di festa.

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