Velletri – Continuano le iniziative alla stazione ferroviaria per onorare la memoria storica e celebrare le tradizioni locali. Tra il 5 e il 7 gennaio, gli eventi proposti uniranno arte, cultura e ricordo in un programma ricco di emozioni e significato.
Il 5 gennaio, la mostra di arte contemporanea e il presepe resteranno aperti fino alle 21:30 per accogliere il canto della Pasquella, una tradizione popolare che richiama l’atmosfera natalizia. Il giorno successivo, il 6 gennaio, dalle 17:00, ci sarà la festa per i bambini con la distribuzione dei giocattoli, riprendendo la storica tradizione della Befana del Ferroviere, che rappresenta un momento di gioia e condivisione per le famiglie.
Il 7 gennaio, nell’81° anniversario del tragico mitragliamento del complesso ferroviario, alle 17:00 si terrà una cerimonia commemorativa presso l’epigrafe situata sul marciapiede del primo binario. Verrà deposto un mazzo di fiori e, a seguire, Carla Petrella ricorderà la trasposizione teatrale “Tra le rovine di Velletri” di Gianmaria Volonté, leggendo un racconto che ripercorre i drammatici eventi accaduti quel giorno.
La tragedia di Liana Capobianco
Era il 7 gennaio 1944 quando Velletri fu colpita da un violento attacco aereo. Giulio Capobianco, capostazione, viveva con la moglie Maria e le loro tre figlie – Valeria, Bianca e Liana – al primo piano del fabbricato viaggiatori. Valeria, vedova di Angelo Barzon, medaglia d’oro al valor militare, si era trasferita a Padova con i suoi figli per proteggerli dai pericoli della guerra. A Velletri erano rimaste Bianca e Liana.
Dopo la prima ondata di bombardamenti, Liana decise di uscire dalla stazione per verificare che i genitori del suo fidanzato, sfollati nei pressi dell’attuale via Eduardo De Filippo, fossero al sicuro. Mentre si trovavano sul ponticello d’ingresso della stazione, Liana e Bianca furono sorprese dalla seconda ondata di mitragliamenti. Un caccia, volando a bassa quota, colpì Liana alla nuca.
Bianca, disperata, corse alla stazione a chiedere aiuto, ma Liana, trasportata all’Ospedale di Piazza Garibaldi, non sopravvisse. La tragedia si consumò in un’atmosfera di guerra e paura, lasciando un vuoto incolmabile.
Una memoria che resiste
Valeria, che manteneva contatti epistolari con il fidanzato, non fu informata della morte della sorella per volere della famiglia. Il fidanzato di Liana, non ricevendo più notizie, pensò che lei avesse ricostruito la propria vita. Al suo ritorno, scoprì invece la tragica verità, trovandola sepolta nella tomba della propria famiglia, come voluto dalla madre del giovane.
La storia di Liana Capobianco, che sacrificò la sua vita per amore e altruismo, è una testimonianza di straordinaria umanità e coraggio. A più di 80 anni di distanza, il suo sacrificio rappresenta un monito e un invito a riflettere sull’importanza della pace e della memoria.
Un messaggio di speranza e ricordo
La memoria è un valore fondamentale, capace di preservare le storie delle vittime e di insegnare alle nuove generazioni il costo della guerra. La storia di Liana e di tante altre vittime di quel tragico gennaio 1944 ci ricordano che la pace deve essere un pilastro irrinunciabile per l’umanità.
Vi invitiamo il 6 gennaio a festeggiare con i più piccoli e la Befana del Ferroviere, e il 7 gennaio a rendere omaggio alla memoria delle vittime. Ricordare è un dovere, affinché certe pagine di storia non si ripetano mai più.
QUI per leggere altre INFO simili – QUI per consultare la nostra pagina Facebook