(Adnkronos) – L'Unione Europea inizia a prendere posizione in vista dei negoziati che potrebbero aprirsi per porre fine alla guerra in Ucraina. Nella bozza delle conclusioni del summit previsto a Bruxelles giovedì prossimo, datata 27 febbraio, l'ultima disponibile e soggetta a cambiamenti nei successivi Coreper, si sottolinea che la guerra scatenata dalla Russia ha "vaste implicazioni per la sicurezza europea e internazionale" e che pertanto, alla luce del "nuovo slancio" verso i negoziati che dovrebbero portare a una pace "complessiva, giusta e duratura", si dovrebbero rispettare alcuni principi.  Anzitutto, "non ci possono essere negoziati sull'Ucraina senza l'Ucraina" e "non ci possono essere negoziati che riguardino la sicurezza europea senza che l'Europa sia coinvolta. La sicurezza dell'Ucraina e quella dell'Europa sono interconnesse". Il summit verrà aperto da uno "scambio di vedute" con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che, dopo essere stato praticamente cacciato dalla Casa Bianca venerdì scorso dopo uno scontro in diretta tv con il presidente Donald Trump e il vicepresidente Jd Vance, è già stato ricevuto a Londra dai leader europei con tutti gli onori.  Inoltre, puntualizzano i leader Ue, "un cessate il fuoco può avere luogo solo nell'ambito di un accordo di pace complessivo" e "qualsiasi accordo simile dovrebbe essere accompagnato da garanzie di sicurezza per l'Ucraina robuste e credibili". I leader sottolineano la necessità di arrivare alla "pace" attraverso "la forza". E dunque, l'Ucraina deve essere "nella posizione più forte possibile", posizione in cui oggi evidentemente non è.  Dunque, l'Ue "rimane impegnata (…) a fornire sostegni aumentati politici, finanziari, economici, umanitari, militari e diplomatici" a Kiev e al popolo ucraino. Un'Ucraina, secondo i leader, "in grado di difendersi è parte integrante di qualsiasi futura garanzia di sicurezza".  Pertanto, si legge ancora nella bozza, occorre "aumentare con urgenza" la consegna di "sistemi di difesa aerea, munizioni e missili, come pure del necessario addestramento e dell'attrezzatura" per l'esercito ucraino. Qui si fa riferimento ad una prossima iniziativa dell'Alta Rappresentante Kaja Kallas per aumentare gli aiuti militari a Kiev e si sottolinea l'importanza di sostenere l'apparato militare-industriale dell'Ucraina. I leader invitano Kallas a "valutare le condizioni per un ulteriore contributo dell'Ue alle garanzie di sicurezza" per Kiev, anche utilizzando gli strumenti della politica comune di sicurezza e difesa, "in consultazione con i partner che la pensano allo stesso modo e nel contesto di un futuro accordo di pace". Il Consiglio Europeo "ritornerà su queste materie nel prossimo incontro".  
Le conclusioni devono essere adottate all'unanimità: si vedrà cosa faranno Ungheria e Slovacchia, entrambe contrarie a continuare ad aiutare incondizionatamente Kiev nella guerra contro l'invasore russo. In tema di difesa europea, dopo aver richiamato la dichiarazione di Versailles del marzo 2022 e il fatto che l'Ue deve diventare più "sovrana" e maggiormente "responsabile" della propria difesa, si afferma che l'Unione dovrebbe "accelerare" la mobilitazione degli strumenti necessari a finanziare gli investimenti che andranno fatti.  Si sottolinea la necessità che gli Stati Ue aumentino "in modo sostanziale" la spesa per la difesa e, per questo, si invita la Commissione a raccomandare un modo per utilizzare le "flessibilità" del patto di stabilità (riformato poco più di un anno fa dopo lunghissimi negoziati, ndr) per "agevolare" una spesa per la difesa "significativa" a livello nazionale. Il che pare dare ragione a chi, come il ministro per la Difesa Guido Crosetto, ha puntato spesso il dito sulle regole Ue per spiegare le insufficienti spese militari di alcuni Stati membri. Si chiede alla Commissione, inoltre, di proporre "ulteriori fonti di finanziamento per la difesa a livello Ue, anche attraverso una flessibilità aggiuntiva nell'uso dei fondi strutturali e a presentare rapidamente proposte in merito". Si fa poi riferimento alle opzioni di finanziamento che verranno delineate da Ursula von der Leyen
oggi, nella lettera sul piano per "riarmare l'Europa". Si chiede al consiglio dei governatori della Banca Europea per gli Investimenti (Bei) di adattare "con urgenza" le prassi di finanziamento per l'Europa della difesa, in particolare "rivalutando la lista delle attività escluse". Adottando gli standard Esg (Environmental, Social, Governance, ndr), la difesa viene esclusa dai finanziamenti ma, come ha notato una fonte diplomatica europea, investire negli armamenti non è la stessa cosa di investire "nella pornografia o nel tabacco". 
Si identificano poi aree "prioritarie" per agire a livello Ue in termini di capacità militari. In conformità con il lavoro già svolto dall'Agenzia Europea per la Difesa e in "piena coerenza" con la Nato, ci si concentra su "aerei e sistemi di difesa missilistica; sistemi di artiglieria; missili e munizioni; droni e sistemi anti-droni; abilitatori strategici (come i tanker, gli aerei cisterna, di cui l'Europa manca drammaticamente, ndr) e protezione delle infrastrutture critiche, anche inrelazione allo spazio; mobilità militare; cibernetica; intelligenza artificiale e guerra elettronica". Insomma, tutti, o quasi, gli armamenti necessari a condurre una guerra moderna. Si sottolinea, a beneficio dei Paesi del fianco est, che proteggere il confine orientale vuol dire difendere l'intera Ue. Si rimarca, per l'ennesima volta, l'importanza di usare "più sistematicamente l'aggregazione della domanda, l'armonizzazione dei requisiti e gli acquisti congiunti" nel campo della difesa. Si chiede alla Commissione, al Consiglio e al Parlamento di semplificare le procedure di appalto, per eliminare le "strozzature" che tuttora "ostacolano una rapida crescita dell'industria della difesa". Si raccomanda all'esecutivo Ue di dare priorità ad un provvedimento Omnibus per la difesa. Un'Ue più forte è "complementare" alla Nato e "contribuirà positivamente alla sicurezza transatlantica e globale"; si invitano gli Stati Ue membri dell'Alleanza a "coordinarsi" in vista del summit dell'Aja del giugno 2025, che si preannuncia complicato. Il Consiglio Europeo attende il Libro Bianco sul futuro della difesa europea, "inclusi elementi per aumentare in modo significativo i finanziamenti" relativi. Esorta anche la Commissione a tenere conto di queste priorità nell'ambito del prossimo Mff, il quadro pluriennale di bilancio dell'Ue (2028-2034). Il Consiglio Europeo, anche in questo caso, tornerà su questi temi sia nel Consiglio di marzo che in quello di giugno, a conferma dello shock determinato dall'inversione a U impressa alla politica estera americana sull'Ucraina dall'amministrazione Trump. Nella bozza non si fa cenno all'eventuale nomina di un inviato Ue per l'Ucraina, che pure è sul tavolo e che l'Ue dovrebbe nominare. In caso contrario, sarebbe difficile chiedere di essere ammessi al tavolo dei negoziati, non essendo neppure in grado di concordare un nome.   —internazionale/[email protected] (Web Info)