Se facessimo una indagine chiedendo quale è la festa più importante dell’anno credo di non sbagliare se dico che la maggioranza delle persone risponderebbe il Natale. Siamo abituati a celebrarlo eppure lo attendiamo con nel cuore la speranza rinnovata che possa essere un tempo buono per noi e per le nostre
famiglie. Nonostante le tante offerte che durante l’anno ci vengono proposte il Natale porta con sé qualcosa di speciale e di straordinario indipendentemente dall’intensità del sentimento religioso che caratterizza il nostro vissuto. Assistiamo ogni anno all’accendersi sempre più precoce nelle strade e nelle piazze delle nostre città delle luci del Natale nel segno dello sfruttamento anche commerciale di questo sentimento diffuso. È un aspetto questo che può scandalizzarci così come è vero che proprio il Natale mette in scena un grande “scandalo”, quello di Dio che assume la condizione umana e viene ad abitare in mezzo agli uomini che pur davanti alla testimonianza del Cristo si scandalizzano di questa presenza e non la accettano. La venuta del Figlio dell’uomo sulla terra è stata possibile grazie a persone che non si sono scandalizzate di Dio ma che credendo possibile l’impossibile si sono affidate senza condizioni alla parola del Signore lasciandosi condurre al tesoro e avendo al contempo il coraggio di rispondergli concretamente mettendosi in cammino e compromettendosi in qualche modo con Lui: Maria, Giuseppe, Elisabetta, Zaccaria, perfino i pastori la cui unica ambizione probabilmente era quella di custodire il proprio gregge e trarne sostentamento per la propria vita. Il Signore si manifesta nella storia di queste persone senza particolari effetti speciali, lo fa lasciandole nel proprio ambiente e nell’ordinarietà della vita quotidiana.
Non bisogna nascondersi che quella storia avvenuta duemila anni fa rischia anche oggi di ripetersi nei suoi risvolti negativi. Gesù continua a bussare alla nostra porta e chiede di essere ospitato da ognuno di noi.
Come è possibile? Non lasciamoci intimorire dalla nostra inadeguatezza, dalla “distanza” che ci separa dalla vita che Lui ci propone, dalle vicende personali che a volte sembrano allontanarci da lui. Lo sappiamo, il Signore viene nel mondo avendo come prima dimora una mangiatoia, il luogo più inadeguato per un
nascituro. Forse è proprio per la nostra inadeguatezza che il Signore ci ha scelto e continua con insistenza a bussare alla nostra porta. Quella mangiatoia può essere ognuno di noi.
Nel momento presente della nostra vita per aprire la porta al Signore non c’è bisogno di mettere a posto tutto quello che non è in ordine basta fare un passo avanti lungo la strada che ci propone. È il passo decisivo che apre la nostra storia alla novità che Cristo realizza in noi e attraverso di noi. Anche il tempo giubilare che si apre davanti a noi diventa un’occasione straordinaria per rinnovare questo cammino. Avremo la possibilità di “passare” la Porta Santa, sarà un gesto che avrà il suo significato profondo se nel frattempo ci saremo sforzati ogni giorno di aprire la porta del nostro cuore al Signore che viene.
Buon Santo Natale e buon anno a tutti
Stefano Russo, Vescovo
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