Non fu amore di Mattia Moretta

“Non fu l’Amore”, il nuovo libro dello scrittore e psichiatra Mattia Morretta, edito da Viator edizioni, si presenta come un’opera originale e affascinante. Il volume unisce una prospettiva contemporanea a richiami di sapore antico, indagando i lati più complessi e meno idealizzati dell’amore. L’autore sfida apertamente il luogo comune che dipinge la passione come una forza esclusivamente positiva e benefica, spesso contrapposta al grigiore del conformismo. In realtà, Morretta sottolinea come il potere si eserciti in primo luogo sui corpi e sulle mentalità, influenzando profondamente le dinamiche affettive.

Roma – Non fu l’amore dello scrittore e psichiatra Mattia Morretta per Viator edizioni è un libro originale, al contempo nuovo e antico, che parla di amore e dintorni, contestando apertamente il falso ideologico che vede nella passione soltanto positività e beneficio, quasi fosse vita a colori rispetto al grigiore del conformismo, ignorando che il potere si esercita anzitutto sui corpi mediante le mentalità.


Il titolo è citazione di Guido Gozzano che vedeva nei sensi “curiosi e sognanti” il movente primario dell’agire nella sfera amorosa, nell’illusione di attingere per tale via a misteri immensi. Parole che oggi non sappiamo più pronunciare con quel significato, perché per noi la superficie è dissociata dalla profondità e l’anima non può più salire alle labbra con un bacio. Ma la dimensione misteriosa e sacra dell’Eros e dell’Amore esiste ancora, pur sepolta come un tesoro nella nostra interiorità e perciò può essere riportata alla luce e rivitalizzare l’esistenza materiale e spirituale.

Il volume è composto di dieci saggi che approfondiscono altrettanti aspetti controversi della tematica, affrontando anche fenomeni di grande attualità e impatto sociale, dalle attrazioni fatali ai legami morbosi, dal qualunquismo erotico al sesso mercenario, dal disagio giovanile all’immaturità affettiva, dagli abusi alla violenza di genere. Un’analisi puntuale che si accompagna alla critica dei modelli dominanti, improntati al culto dell’immagine, del narcisismo e dell’aggressività, per incoraggiare maggiore consapevolezza e la qualità delle relazioni, dalle quali dipende la tenuta dell’intera società.

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