Ormai non c’è altra soluzione, secondo l’Aspal Lazio. Le misure e gli interventi che abbiamo chiesto ripetutamente ai vari governi regionali e nazionali, da almeno dieci anni a questa parte, non sono state adottate . A queste continue negligenze istituzionali; dobbiamo aggiungere: gli aumenti indiscriminati dei costi fissi di produzione e di gestione, dal 2019 ad oggi, (gasolio, fertilizzanti, costo del lavoro, bollette della corrente elettrica, ecc. ecc.); le continue speculazioni sul prezzo dei prodotti agricoli al campo, le numerose calamità naturali in costante aumento negli ultimi anni, le varie fitopatie, le malattie e parassiti in generale, che abbiamo subito in ogni regione italiana,( soprattutto moria del kiwi e peronospora della vite qui sul nostro territorio);i danni ingenti causati dalla fauna selvatica, in modo particolare dai cinghiali e dai lupi; i continui adempimenti ed obblighi amministrativi burocratici imposti dalla legislazione nazionale e comunitaria, di difficile interpretazione ed applicabilità nel nostro contesto agricolo; la difficoltà ormai sempre più marcata di reperire manodopera qualificata in tutti i comparti della nostra agricoltura, soprattutto dall’inizio della pandemia ad oggi; gli accordi internazionali sia dell’ Italia che dell’Europa, con i paesi extraeuropei, (vedi piano mattei, accordo mercosur, grenn deal e altri vari progetti ). Tutto ciò sopra elencato, ribadisce il presidente dell’Aspal Stefano Giammatteo, non ci da più nessuna possibilità di continuare a produrre e coltivare nelle nostre terre, i nostri prodotti di eccellenza che erano apprezzati in tutto il mondo . Ormai abbiamo perso migliaia di agricoltori ed operatori di tutti i comparti del settore agricolo, oltre ovviamente a aver preso enormi produzioni agricole e svariati miliardi di EURO di reddito, sia nell’ agricoltura, l’ allevamento che nella pesca. La nostra associazione Aspal Lazio, insieme a tutto il COAPI ( Coordinamento Agricoltori allevatori e pescatori Italiani ),di cui siamo cofondatori dal febbraio del 2024,insieme a tantissime altre realtà associative di tutta Italia; non riesce a trovare più nessuna altra proposta da fare alle istituzioni regionali e nazionali, se non quella di concedere e dichiarare IL GRAVE STATO DI CRISI dell’agricoltura e di tutti i suoi comparti che ne fanno parte, ed anche della pesca Italiana, con la conseguente moratoria totale ed immediata di tutti i debiti maturati almeno negli ultimi cinque anni, causati da tutte le motivazioni ed avversità, che abbiamo sopra elencato ed evidenziato. Ormai il potere economico si sta concentrando esclusivamente sulle grosse lobby commerciali, sulle grosse aziende organizzate, e sui poteri forti in generale, a scapito della micro e piccola impresa, che sta scomparendo definitivamente. Tutto questo ci sta riportando al FEUDALESIMO, dove esistevano ed esisteranno di nuovo pochi ricchi miliardari che diventano sempre più ricchi, e tantissimi plebei che saranno costretti a soccombere ai vari padroni di questa economia sempre più globale. Bisogna intervenire immediatamente.
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