(Adnkronos) – Il fratello di Saman Abbas oggi, giovedì 6 marzo, è stato sentito nell'aula della Corte d'Appello di Bologna come testimone al processo per l'omicidio della sorella, la 18enne pachistana, uccisa nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 a Novellara. "Ho visto zio prendere per il collo Saman, c'erano anche i cugini" ha detto Ali Heider oggi ventenne ricordando, quasi sussurrando, gli ultimi istanti di vita di Saman. "Quando è venuto zio non gli ho chiesto nulla perché avevo paura. Ma quella notte ha dormito con me, ha pianto". Il ragazzo è stato sentito in modalità protetta, dopo che gli imputati erano stati fatti allontanare per evitare che potesse essere influenzato dai genitori che non vede dai giorni immediatamente successivi al delitto. "Quando era in casa, io e Saman vedevamo insieme delle serie oppure lei scriveva sul cellulare al fidanzato, Saqib" aggiunge, dopo essersi tolto il piumino nero, restando con la mascherina chirurgica, i capelli rasati ai lati e gli orecchini. Non ha voluto l'interprete perché capisce bene l'italiano. "Mamma mi aveva chiesto di fare delle registrazioni delle chat di mia sorella, e quando le ho fatte vedere a papà e mamma, papà si è arrabbiato. Saman ha detto che non era vero niente, che voleva andare via. Ma poi mamma le ha chiesto di non andare". Rispondendo alle domande della sostituta procuratrice generale Silvia Marzocchi, ha aggiunto poi che Saman voleva i documenti e che la madre sulle scale le avrebbe dato della "carta". "Sono sicuro al 100% che quelli non erano i documenti veri – ha detto – perché li avevano nascosti. Ma non so il motivo". (dall’inviata Silvia Mancinelli) —[email protected] (Web Info)



