(Adnkronos) – "La pancreatite acuta si manifesta in vari modi: dalle forme lievissime asintomatiche fino a quelle più gravi, talvolta mortali. Tra le cause non ci sono solo i calcoli nella colecisti, delle vie biliari e l'abuso di alcol". La pancreatite acuta torna alla ribalta per aver colpito Luciana Littizzetto, ricoverata in ospedale da quasi una settimana a Torino. All'Adnkronos Salute Antonio Gasbarrini, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, ordinario di Medicina interna e direttore della Uoc di Medicina interna e Gastroenterologia della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma, fa il punto sulla malattia. "A favorire l'infiammazione del pancreas – spiega – ci sono anche farmaci (antibiotici o antinfiammatori), patologie autoimmuni (artrite reumatoide, psoriasi, colite ulcerosa, sclerosi multipla), malattie infettive e virali (Covid, influenza, mononucleosi, herpes), alti livelli di trigliceridi nel sangue (ipertrigliceridemia) o malattie genetiche (fibrosi cistica). Per le forme gravi – spiega – il campanello d'allarme è sempre lo stesso: un forte dolore addominale che ricorda una colica".  "Il pancreas è una ghiandola importantissima – illustra Gasbarrini – le cui funzioni sono principalmente due: la secrezione esocrina e la secrezione endocrina. La prima è indispensabile per la digestione del cibo, fondamentale per il funzionamento del sistema digerente; la seconda è invece coinvolta nel funzionamento del sistema endocrino, ovvero secernere l'insulina e monitorare la glicemia nel sangue. Dunque, il pancreas ha un ruolo fondamentale nel diabete". Questa ghiandola, ben nascosta dietro lo stomaco e davanti alla spina dorsale, "produce enzimi digestivi che degradano tutto quello che mangiamo. Ma se gli enzimi si attivano all'interno del pancreas anziché nell'intestino, lo stesso pancreas si auto-degrada e digerisce se stesso e gli organi circostanti: una condizione molto grave". "In fase di diagnosi, oltre ad accertare la malattia e la sua gravità, è molto importante valutare le complicanze – sottolinea Gasbarrini – Le terapie, a seconda del caso, possono essere mediche, endoscopiche e, laddove necessario, chirurgiche. E mentre per le forme gravi di pancreatite il forte dolore addominale è il sintomo principale, per le forme leggere spesso non si hanno sintomi e l'infiammazione si scopre casualmente dopo aver fatto le analisi del sangue per altri motivi".   Una pancreatite acuta può risolversi in pochi giorni, ma anche essere fatale. Ecco perché, se si sospetta questa condizione, è bene recarsi subito al pronto soccorso. Ed è quello che ha fatto nei giorni scorsi Luciana Littizzetto, ignara dell'infiammazione al pancreas che l'aveva colpita. La patologia – spiegano gli esperti del Policlinico Gemelli di Roma – può avere una gravità variabile. Possono esserci casi di pancreatite molto lieve, la pancreatite edematosa, e casi più gravi come la pancreatite necrotizzante o necrotico emorragica, che possono comportare quadri clinici molto severi. Le sue complicanze, come l'infezione pancreatica secondaria, possono portare anche a uno shock settico che, se non risponde alle terapie mediche e chirurgiche, può condurre anche al decesso. Sebbene sia di possibile riscontro anche nel bambino o nel giovane, è considerata una patologia dell'età adulta, sopra i 40 anni, con predominanza nel sesso femminile. 
La pancreatite, quando acuta, si manifesta improvvisamente con forti dolori addominali (continui o intermittenti), irradiati posteriormente a metà della schiena, nausea, vomito e febbre. Le forme lievi di pancreatite acuta possono regredire spontaneamente nel giro di qualche giorno, invece i casi più gravi possono avere complicanze più serie, quali: setticemia, shock settico, ipoperfusione periferica con ridotto apporto di sangue e d'ossigeno, insufficienza renale e insufficienza multiorgano. Le cause principali della pancreatite acuta? Calcoli nella colecisti, calcoli delle vie biliari, abuso di alcol (causa più frequente nel maschio adulto), uso di estrogeni, alti livelli di trigliceridi nel sangue, abitudine al fumo, tumore del pancreas, malattie virali (parotite, citomegalovirus), fibrosi cistica e alcuni farmaci. Generalmente il dolore addominale permette di orientare la diagnosi, e gli esami del sangue e di funzionalità pancreatica potranno confermare la presenza di una pancreatite acuta. Gli esami di diagnostica per immagini (tra cui ecografia, Tac, colangiopancreatografia con risonanza magnetica) permettono di confermare la diagnosi e di valutare la gravità della patologia e la necessità di ricovero ospedaliero. 
Il trattamento della pancreatite acuta lieve e moderata sintomatica prevede il ricovero con fluidoterapia, associata a somministrazione di analgesici per il controllo del dolore. Il più delle volte non è necessario il digiuno. Il paziente viene tenuto in osservazione fino alla risoluzione della sintomatologia e alla normalizzazione degli enzimi di funzionalità pancreatica. In caso di pancreatite da calcolosi biliare, si opera in elezione con l'asportazione dei calcoli, onde evitare recidive. Le pancreatiti acute gravi richiedono invece anche il ricovero in terapia intensiva per il controllo dei parametri vitali del paziente. In caso di infezioni pancreatiche secondarie è necessaria una terapia più invasiva, endoscopica – radiologica interventista – chirurgica, la cui prognosi rimane a lungo riservata.  —[email protected] (Web Info)