La disabilità non deve spaventare. Intervista a Katiuscia Girolametti, presidente di Rete Italiana Disabili

La disabilità non deve spaventare. Intervista a Katiuscia Girolametti, presidente di Rete Italiana Disabili

Dalla festa della Birra Ciampinese potrebbe partire un progetto di inclusione sociale che vedrà protagonisti i ragazzi della Rete Italiana Disabili e le attività aderenti ad Assocommercianti di Ciampino

di Emanuele Scigliuzzo

Ciampino – Ci sono episodi che capitano nella vita senza poterli preventivare e che ti catapultano in una realtà completamente diversa da affrontare rimboccandosi le maniche, lottando tutti i giorni per fare i conti con una società che vive nel segno della normalità dei tanti, e che percepisce le diversità con distacco. Almeno fino a quando a quella nuova normalità non ci si avvicina, e non si sperimenta. A dover far i conti con la presunta diversità sono tutte le famiglie che quotidianamente si devono confrontare con il mondo della disabilità fatto di sguardi, di paura, di stigma, di insicurezza, di incertezza e solitudine. Ma anche di sorrisi, di successi, di amore, di accoglienza, di stupore per un risultato raggiunto in modo insperato. Il mondo delle famiglie che si confrontano con le disabilità è fatto semplicemente di normalità, proprio come tutte le famiglie. “La diversità infatti, come dice Katiuscia Girolametti, è solo negli occhi di chi guarda”. Però è vero che le difficoltà, purtroppo sono numerose. Se oggi è difficile trovare il giusto indirizzo scolastico per un ragazzo che si affaccia al ciclo di studi delle superiori, per uno studente con un disturbo neurocognitivo è ancor più difficile trovare nel proprio territorio un istituto inclusivo, capace di rispettare e soddisfare le sue esigenze. Per non parlare poi del mondo del lavoro dove le difficoltà aumentano compromettendo anche le capacità di socializzare delle persone con difficoltà neurocognitive o con disabilità, rischiando un isolamento che accentua la problematicità nel relazionarsi. Ad aiutare le famiglie che ogni giorno si confrontano con queste complessità, una miriade di associazioni per lo più nate direttamente dalle famiglie che hanno bisogno di riposte dirette a queste esigenze. Tra queste associazioni anche Rete Italiana Disabili, presieduta da Katiuscia Girolametti, attiva sul tutto il territorio nazionale e impegnata nell’aiuto alle famiglie attraverso consulenze legali, personale per integrazione scolastica, terapisti e medici, progetti sportivi per facilitare la socializzazione e progetti lavorativi per l’inclusione sociale. Uno di questi potrebbe partire proprio dalla festa della Birra Ciampinese che ha già visto coinvolti ragazzi della Rete Italiana Disabili in aiuto al personale degli stand e allo staff della festa, insieme ad alcuni job tutor. “Da settembre però, burocrazia permettendo, che è sempre un ostacolo enorme da superare, questi ragazzi attraverso le attività commerciali di Ciampino potrebbero trovare occupazione nel rispetto delle loro necessità e dei loro tempici dice Katiuscia Girolametti che proseguetutto è partito da Carmen Pizzirusso, presidente di Assocommercianti Ciampino, che crede fortemente in questo progetto. Per noi è importante la socializzazione di questi ragazzi che nonostante le loro difficoltà hanno le capacità di svolgere mansioni, talvolta semplici, ma indispensabili per il loro benessere psicofisico. Stare in mezzo alla gente, essere trattati con umanità è importantissimo per loro e per i loro familiari che sarebbero disposti a pagare un datore di lavoro pur di vedere i loro figli impegnati in un’attività in mezzo alla gente”.

L’inclusione lavorativa per la quale tanto si impegna Rete Italiana Disabili, deve avvenire proprio per un concetto di socialità delle persone con difficoltà neurocongintive o sensoriali. “Questi ragazzi, una volta diventati maggiorenni perdono l’assistenza scolastica, termina il sostegno e le ore di assistenza in più che vengono riconosciute ai minorenni, pur continuando ad avere però gli stessi comportamenti dettati dalle loro patologie. Diventa difficile anche trovare attività sportive in cui coinvolgere questi ragazzi”. Come se la maggiore età potesse cancellare con un colpo di spugna le problematiche di persone che perdono al 18esimo anno di età un’assistenza necessaria e che lo Stato al massimo “rinchiude” in delle RSA, mentre potrebbero essere indirizzati verso percorsi di training in attività lavorative. “Siamo riusciti a siglare un protocollo di intesa con alcune grandi aziende e spesso gli utenti neanche si rendono conto della presenza di personale con disturbi neurocongintivi o disturbi dello spettro autistico tra lo staff, questa è una grande vittoria e una dimostrazione che questi persone possono integrarsi perfettamente con il mondo occupazionale fornendo un apporto professionale, ma soprattutto traendone benefici sociali. Questa però è una goccia nell’oceano, si potrebbe fare molto di più. Un’invalidità al 100% non vuol dire che la persona non possa svolgere mansioni. Certo, bisogna agire nel rispetto dei forti limiti presenti, ma non si possono lasciare queste persone ai margini della società. Dobbiamo superare il concetto antico di disabilità al quale siamo legati e percorrere una nuova strada di inclusione sociale nel rispetto di tutti, Dobbiamo continuare a lavorare attraverso gli eventi di sensibilizzazione per cambiare la percezione della disabilità verso la società”. Una crescita imposta anche dai passi avanti fatta dalla ricerca con “[…] i dati allarmanti dell’Istat che ci dicono che 1 bambino su 36 ha un disturbo da deficit cognitivo ADHD, risultati che arrivano dalle nuove conoscenze e che portano a diagnosi di disturbi che un tempo venivano classificati come ‘pigrizia’, e che oggi sappiamo essere ben altro”.

L’inclusione sociale tra l’altro non è a favore solo dei ragazzi con disabilità, ma anche delle famiglie che spesso hanno proprio necessità di trovare degli spazi per la coppia ad esempio, già messa a dura prova da una realtà spesso faticosa, che richiede un’assistenza e un’attenzione continua tali, da precludere anche una serata di spensieratezza, come può essere una cena in un ristorante.

Ci sono diversi Comuni che provano ad impegnarsi in questo senso, dovendo però fare i conti con le problematiche di bilancio, Katiuscia Girolametti è anche presidente della Consulta della Disabilità del Comune di Ciampino che “sta lavorando a dei progetti mirati ad agevolare la vita sul territorio”.

Durante l’intervista Katiuscia ha espresso un concetto semplice, ma fondamentale, non solo per le famiglie che vivono la disabilità, ma anche per tutta la società che deve imparare a essere inclusiva: “Voler normalizzare a tutti i costi la disabilità non è possibile, bisogna entrare nel concetto di accogliere ed accettare questa diversità”. Quando la nostra società riuscirà a fare questo enorme passo avanti, allora potremmo dire di aver raggiunto un traguardo dal quale poter ripartire, ma questa volta, tutti insieme.

Per sostenere Rete Italiana Disabili:

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Ragione Sociale: RETE ITALIANA DISABILI
Filiale: CIAMPINO

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Last Updated on 25 Giugno 2024 by Autore P

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