Grottaferrata – Oggi è stata svelata l’opera d’arte “La Violenza è una Gabbia” di Anna Izzo, in Piazzetta Eugenio Conti. Con questa cerimonia si è dato inizio a un anno pieno di iniziative contro la violenza di genere del progetto “Basta…! Un anno di pensieri, riflessioni e azioni per l’eliminazione della violenza contro le donne e il futuro dei loro figli”. Un progetto che ha ottenuto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, della Regione Lazio e della Città Metropolitana di Roma.

“Grazie al sindaco Mirko di Bernardo che ha sostenuto senza esitazione il nostro progetto e grazie a tutta la nostra amministrazione, agli assessori e ai consiglieri comunali che sono sempre al nostro fianco. Un ringraziamento speciale all’artista Anna Izzo, la cui opera monumentale “La violenza è una gabbia” non è solo una scultura ma un simbolo potente di denuncia e consapevolezza” ha commentato la vicesindaca e assessora alle Pari Opportunità, Paola Franzoso. “Abbiamo scelto di posizionare quest’opera accanto alla casa comunale perchè volevamo che chi viene in comune possa fare una riflessione. Ma abbiamo voluto, io e il sindaco, incardinare un progetto lungo un anno. Quindi noi faremo ogni mese un evento” ha continuato la vicesindaca, rivolgendosi soprattutto ai giovani, il principale pubblico a cui è rivolto il progetto. “Perché abbiamo capito che dobbiamo passare attraverso l’arte, la musica, la cultura… per arrivare al cambiamento. Dobbiamo contribuire nella mente dei nostri giovani alla cultura del rispetto della Donna. Perciò noi con questo simbolo potente vogliamo parlare di violenza sulle donna, ma non solo il 25 novembre: ne vogliamo parlare tutto l’anno.”

“Ringrazio tutto il tessuto della nostra comunità che si è mobilitato, facendo rumore, accogliendo con grande entusiasmo e passione una proposta che può sembrare solo culturale ma che non lo è, e proprio perchè culturale abbraccia tutta la sfera dell’umano” ha aggiunto il sindaco, Mirko di Bernardo. “Porre qui quest’opera significa mettere al centro delle istituzioni e di tutti coloro che nel loro piccolo mettono al servizio il loro impegno per la collettività un messaggio forte. Un messaggio che tocca i cuori e si imprime, perché dobbiamo riflettere su questa piaga sociale che colpisce ogni giorno molto donne e le intere comunità. Dove c’è violenza, non c’è possibilità di futuro.”

“E quindi questo messaggio che, attraverso l’arte, rappresenta un limite dell’umano che non possiamo più accettare, che va ricostruito attraverso un percorso di recupero, di prevenzione, di educazione e di tutela, è il senso in cui l’arte cambia le cose perché entra nei cuori e permette un cambiamento nei comportamenti” ha continuato il sindaco. “A me ha colpito molto il tacco che esce dalla gabbia. Perché la violenza è una gabbia, ma questo tacco che esce è anche il nostro compito: il compito di vedere che dove c’è l’inferno non è detto che ci sia solo l’inferno. Questo tacco è un invito per ognuno di noi, nel proprio piccolo, a dare spazio ad alte possibilità.”

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