Grottaferrata, lettera dell’Associazione Antiviolenza Ponte Donna su Chiara Petrolini

Grottaferrata, lettera dell’Associazione Antiviolenza Ponte Donna su Chiara Petrolini

Grottaferrata – Riceviamo e pubblichiamo la lettera dall’Associazione Antiviolenza Ponte Donna sul fatto di Chiara Petrolini, la ragazza che ha ucciso i due neonati:

Come donne che ascoltano altre donne, dopo una riflessione interna, sentiamo il bisogno di dire qualcosa su quanto accaduto a Chiara Petrolini la ragazza che ha ucciso i due neonati.

Vogliamo prendere parola sospendendo ogni giudizio, perché di giudizi ne abbiamo ascoltati abbastanza, nei bar, sui social e nelle trasmissioni televisive. La nostra vuole essere una riflessione collettiva, condividere una considerazione senza pensare di avere alcuna verità in tasca.

Chiara viene da una famiglia agiata è una studentessa universitaria fa la babysitter va in chiesa e frequenta l’oratorio, non rientra nei canoni di una donna dedita al crimine, come se poi ci fosse veramente un canone.

Chiara è una delle tante donne invisibili che attraversano i nostri territori.

Il fidanzato non si accorge di due gravidanze, la famiglia non si accorge che la loro figlia è per due volte in stato avanzato di gravidanza. Non vedono che la figlia per due volte partorisce, per due volte seppellisce nel loro giardino il frutto del suo ventre.

Una donna invisibile che si aggira in una cittadina di ‘non vedenti’ eppure Chiara vive tra persone ‘normali’.

Nel nostro ordinamento giuridico non esiste il reato di ‘figlicidio’ ed occorre prendere in considerazione
l’infanticidio o l’omicidio volontario – per il nostro codice penale è quindi un duplice delitto quello che ha
commesso Chiara.

Ma noi cittadini non possiamo fermarci al reato, a quel difficile compito che aspetta ai Giudici in Aula nel
processo che verrà fatto, non possiamo anche noi, come donne che ascoltano altre donne, rendere Chiara
invisibile, cancellare questa storia nell’indifferenza senza soffermarci ad una riflessione.

Siamo ormai così assuefatti dall’indifferenza di ciò che accade nella cronaca quotidiana che non viene più espressa contrarietà che sia per Chiara o per tutti gli orrori che vediamo quotidianamente nei telegiornali:
femminicidi, guerre, produzione di armamenti tecnologici sempre più sofisticati pronti ad uccidere meglio.

L’assuefazione alla violenza ci sta annichilendo e non produce più nelle persone una riflessione, una
contrarietà. Ma noi che ascoltiamo il dolore delle donne e sappiamo quanto essere invisibile genera
sofferenza, malessere, depressione fino ad arrivare al disagio psichico.

Noi che accogliamo e ascoltiamo sappiamo quante sono le donne che subiscono violenza non solo dai partner ma sempre più spesso dai figli e sappiamo che per nessuna donna è facile denunciare un figlio violento o imporsi, senza avere una ‘cassetta degli attrezzi’ che le dica cosa fare, quando il figlio fa uso di sostanze o ha problematiche in forte crescita negli adolescenti.

Comodo allora puntare il dito, rimanere sul divano ignavi di questo mondo che abbiamo contribuito a
costruire, un mondo governato da uomini che per primi invece di usare lo strumento della mediazione politica per risolvere conflitti e controversie, danno il cattivo esempio attraverso la corsa al riarmo.

Noi non vogliamo giudicare le tante ‘Chiara’ che sono su questa terra, vogliamo aprire le nostre porte e
accoglierle e parlare con loro, dirle che non sono sole che noi ci siamo. Chiama il 1522 numero nazionale ti verrà dato il recapito del Centro Antiviolenza più vicino.

Lettera aperta da tutta l’equipe del Centro Antiviolenza “Marielle Franco” e da Carla Centioni.

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Last Updated on 26 Settembre 2024 by Autore G

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