(Adnkronos) – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu sarebbe "pronto a fare un accordo" per una tregua sugli ostaggi ancora trattenuti a Gaza. A dirlo è il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Jake Sullivan, intervenuto in conferenza stampa dall'ambasciata Usa a Gerusalemme.  Sullivan ha risposto a chi gli chiedeva se Netanyahu stesse temporeggiando nei negoziati sugli ostaggi, per aspettare di trovare un accordo dopo l'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. “No, non ho questa sensazione”, ha risposto Sullivan, che ha poi detto di ritenere indebolita la posizione di Hamas dopo l'annuncio del cessate il fuoco in Libano. “Quando andrò a Doha, al Cairo, il mio obiettivo sarà quello di metterci nella posizione di poter chiudere l'accordo entro questo mese. Non sarei qui oggi se pensassi che questa faccenda si debba aspettare fino a dopo il 20 gennaio”, ha dichiarato Sullivan. Israele è uscito “più forte” da oltre 14 mesi di guerra contro Hamas, mentre i proxy iraniani sono stati “decimati”, ha poi sostenuto Sullivan. “Faremo in modo che Hamas non possa mai più minacciare Israele come ha fatto il 7 ottobre – ha detto Sullivan -, l'equilibrio di potere in Medio Oriente è cambiato in modo significativo… Israele è più forte, l'Iran è più debole, i suoi proxy sono stati decimati”. Hamas e Israele starebbero quindi "discutendo seriamente" riguardo un accordo sul cessate il fuoco, ha indicato alla Cnn una fonte diplomatica al corrente della questione. "Entrambe le parti stanno discutendo seriamente e negoziando in buona fede", ha affermato la fonte, aggiungendo che i negoziatori di Hamas sono tornati a Doha, la capitale del Qatar. Intanto fonti citate dal Jerusalem Post hanno rivelato che il capo del Mossad, David Barnea, ha incontrato ieri a Doha il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, per discutere dell'intesa. 
Hamas, in particolare, avrebbe accettato due delle principali richieste di Israele, ha riferito il Wall Street Journal, citando mediatori arabi.  Il gruppo militante ha detto ai mediatori che accetterebbe un accordo che consentirebbe alle forze israeliane di rimanere temporaneamente a Gaza quando i combattimenti fossero cessati. Hamas ha anche consegnato una lista di ostaggi, tra cui cittadini statunitensi, che rilascerebbe in base a un patto di cessate il fuoco, cosa che non era più avvenuta dalla prima tregua nel conflitto l'anno scorso. Secondo i negoziatori, Hamas accetterebbe che le forze israeliane rimangano temporaneamente nel corridoio di Filadelfia, una piccola striscia di terra lungo il confine di Gaza con l'Egitto, e il corridoio di Netzarim, che divide l'enclave. Il gruppo militante ha anche concordato che non avrebbe gestito o avuto una presenza nel lato palestinese del valico di Rafah tra Egitto e Gaza.  "C'è ottimismo sulla possibilità di raggiungere un accordo con Israele", ha detto intanto il numero due della Jihad Islamica, Muhammad al-Hindi, al sito palestinese Quds, affiliato a Hamas. Secondo al-Hindi, vice segretario generale della Jihad Islamica, rilancia il sito di notizie israeliano Ynet, "c'è una volontà da parte di americani e israeliani che rende possibile il raggiungimento di un accordo".  "I negoziati hanno riguardato fin dall'inizio diverse fasi – ha aggiunto – abbiamo mostrato flessibilità e volontà di parlare dei dettagli di ognuna". —internazionale/[email protected] (Web Info)