frascati processo di beatificazione posticipato
A seguito della scomparsa del Santo Padre Papa Bergoglio e dei funerali che si terranno il 26 aprile, è stata posticipata nel pomeriggio la chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di Madre Carla Borgheri

Frascati – Si è conclusa la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione di Madre Carla Borgheri. Sabato 26 aprile 2025, alle ore 16 – la celebrazione è stata posticipata nel pomeriggio vista la concomitanza delle esequie del Santo Padre Papa Francesco-, nella Cattedrale di San Pietro a Frascati, si terrà la Sessione di Chiusura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e i segni attribuiti alla Serva di Dio Madre Carla Borgheri, Fondatrice delle Suore Missionarie dell’Incarnazione e dei Padri Missionari dell’Incarnazione. Il rito avrà luogo al termine della Celebrazione Eucaristica e sarà presieduto dal Vescovo Stefano Russo. La fase diocesana era stata aperta nella stessa Cattedrale l’11 dicembre 2022.

C’è grande attesa nell’ambito del mondo ecclesiastico tuscolano per il prestigioso evento che rende merito alla straordinarietà di una grande donna, riuscita a trasformare i suoi dolori in dono e a far germogliare semi di speranza, anche nelle zone più remote del mondo, grazie alla contemplazione e venerazione del mistero dell’Incarnazione che come sosteneva Madre Carla: “è il mistero dell’amore di Dio per l’uomo. È il dono della divina misericordia alla creatura. È il centro dell’unità di tutto il genere umano, che per essa diviene in Cristo unico corpo”.

Il Tribunale ecclesiastico che ha condotto l’Inchiesta diocesana a Frascati è composto da monsignor Orlando Raggi, delegato episcopale, subentrato dopo la scomparsa improvvisa di padre Luigi Secchi, religioso Camilliano; da don Jude Chukwuma, promotore di giustizia; da Federica Branca, notaio; e da Marco Capri, notaio aggiunto. Il postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è il dottor Waldery Hilgeman.

Tutti gli atti processuali, redatti in doppia copia conforme e racchiusi in contenitori sigillati, saranno affidati a suor Loreda Spagnolo, nominato portitore, con il compito di consegnarli al Dicastero delle Cause dei Santi.

Il ricordo di Madre Carla è molto radicato nel tessuto sociale di Frascati, soprattutto a Vermicino, dove Madre Carla dopo anni di peregrinazione pose le basi per la futura Congregazione scegliendo come dimora una umile abitazione sita in via Luzi.

«I primi anni – spiega Suor Anna Piu, classe 1934, una delle prime consorelle e stretta collaboratrice di Suor Carla, nonché sua prima erede come Superiora generale – furono davvero duri: nella casa di via Luzi c’erano appena alcune sedie e un tavolo, ma la fede era grande. Mi avvicinai a Madre Carla venendo dalla Sardegna, attratta dalla sua personalità carismatica».

A Spinoretico le consorelle incontrarono la comunità locale «Anche gli abitanti di questo quartiere di Frascati erano molto poveri – prosegue Suor Anna – l’Italia era in piena ricostruzione, mancava tutto ma non il rispetto, da quelle povere famiglie di contadini, principalmente migranti abruzzesi, ciociari e marchigiani, ricevemmo nei momenti più difficili qualche prodigioso quanto necessario aiuto, lo Spirito non ci abbandonò mai. Ricordo – prosegue Suor Anna – i molti bambini scalzi che giocavano sulle strade polverose mentre i genitori andavano a lavorare i vigneti, iniziammo presto a caratterizzare la nostra missione per l’assistenza ai bambini, fondando un asilo, e agli anziani, fondando una casa di riposo che ancora opera a via Luzi».

ALCUNI CENNI BIOGRAFICI

Madre Carla, nata a Novi Ligure il 17 febbraio 1922, fu battezzata a Pavia con il nome di Annunziata Nada. Il padre morì prima della sua nascita e la madre si prodigò sempre per crescere con amore la sua piccola creatura.

La sua infanzia fu caratterizzata da un peregrinare in diverse città d’Italia sotto le ali protettive dei parenti e della madre.

Fu prima a Firenze, e poi ad Angri (SA), poi nuovamente a Firenze quando a circa 9 anni dovette lasciare la scuola per le precarie condizioni di salute della mamma e cominciò a lavorare presso un parrucchiere.

Importante fu per la giovane Nada l’incontro con la malattia e la sofferenza, all’età di dodici anni si ammalò di tubercolosi e fu ricoverata all’ospedale di Careggi,

A 22 anni Nada fu nuovamente colpita dalla tubercolosi e venne ricoverata all’ospedale Forlanini di Roma, città nella quale si era trasferita con la madre fin dal 1942. Al Forlanini conobbe un cappellano Camilliano, padre Orfeo Romani, in seguito diventato suo direttore spirituale, che con una notevole pazienza, aprì la via alla fede profonda della giovane Nada.

Questo cammino interiore, supportato dagli scritti di Santa Teresa d’Avila, fece balenare a Nada l’idea di una vita di totale donazione a Dio. Il periodo che coincise con il secondo ricovero viene considerato da molti   il momento della conversione: al centro del suo cuore vi era posto solo per l’amore di Dio.

Preso il nome di Carla indossando l’abito di una nascente Congregazione a Roma, nel quartiere di Borgata Ottavia, negli anni ’50, Carla iniziò ad essere attirata dal mistero dell’Incarnazione e nonostante la fine di quella prima esperienza comunitaria, iniziò a leggere e ad approfondire testi teologici.

Il 25 marzo 1963, festa dell’Incarnazione del Verbo, Carla e le prime sorelle che le si erano avvicinate, entrarono nella casa di Vermicino a Frascati. La povertà era davvero grande. Nelle pagine del suo diario si può leggere, più in dettaglio, la descrizione di quella povertà che avvicinava tutte loro alla vita di Gesù.  

A Vermicino tra i vigneti di Spinoretico, piccolo borgo alla periferia di Frascati, nacque l’opera missionaria così, come a Nazareth, avvenne il grande mistero dell’Incarnazione del Verbo.

A Vermicino, il 20 settembre 2006, circondata dalle sue figlie e figli spirituali, a mezzogiorno, intorno al suo letto di dolore, mentre si pregava l’Angelus Domini, alle parole Et Verbum Caro factum est, ella rese lo spirito a Dio.

Grazie al suo zelo missionario e all’amore appassionato per Dio e per l’umanità, oggi le Suore Missionarie dell’Incarnazione continuano ad operare in Italia, India, Costa d’Avorio, Albania, Filippine e Vietnam; sono inoltre affiancate dal ramo maschile dei Padri Missionari dell’Incarnazione.

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