Si è svolto il terzo dei quattro incontri previsti nell’ambito del ciclo di conferenze “4 Democracy”, organizzate dal Settore Giovani dell’Azione Cattolica di Frascati, nato dal progetto “Parole di Giustizia e di Speranza” promosso da A.C. e Istituto Vittorio Bachelet. Il tema affrontato a Frascati è stato Legalità e Democrazia – Indossando le lenti di Rosario Livatino
Di Emanuele Scigliuzzo


Come stai Democrazia? È questa la domanda che i giovani dell’Azione Cattolica di Frascati si fanno e hanno posto anche nel terzo dei quattro incontri di “4 Democracy”, che si è svolto a Frascati, nella meravigliosa Sala degli Specchi di Palazzo Marconi. Il tema affrontato è stato Legalità e Democrazia – Indossando le lenti di Rosario Livatino e a dialogare, con una platea gremita con tanti giovani presenti, sono stati Francesco Cananzi, magistrato, Ilaria Moroni, Direttrice Archivio Flamigni e Caterina Viola, Referente del Presidio di LIBERA dei Castelli Romani.

Democrazia è una parola che esprime un concetto profondo, che potrebbe sembrare astratto, ma che in realtà è concreto più di quanto si possa immaginare. È democrazia vedere una sala gremita per ragionare sul significato di questa parola, declinato nel rapporto con la legalità, per la quale in passato tante persone hanno sacrificato la propria vita. Ma sono ancora tanti coloro che sull’altare della Democrazia offrono e dedicano la propria esistenza. Tra questi, certamente il giudice Rosario Livatino attraverso il quale si è provato a guardare e a cercare il senso di questa parola. Lui che era servitore dello Stato, ma anche uomo di fede e servitore laico di Dio attraverso l’Azione Cattolica.

La Democrazia la potremmo definire come un insieme di concetti che ognuno declina nel suo modo di affrontare la propria vita in relazione agli altri, un’armonia cromatica capace di fondersi per far risplendere idee e convinzioni, senso civico e libertà.
“Sentire parlare i giovani, sentirli discutere di argomenti che devono riguardare la vita di tutti i giorni è importante per insegnare insieme il futuro di una comunità piccola come quella di Frascati, per arrivare fino all’Europa. Spesso si pensa che politica e Chiesa debbono viaggiare staccate, […] ma la persona è un essere completo se riesce a colmare di sé, di quello in cui crede, ogni azione della sua vita e incontri come questo mi fanno ben sperare” dice la sindaca Francesca Sbardella nel suo intervento, riflettendo sul saper mettere a disposizione della comunità i valori in cui si crede, mettendosi a servizio della comunità stessa.
A complimentarsi con gli organizzatori degli incontri anche S.E. Stefano Russo, Vescovo della Diocesi di Frascati per una “Serie di incontri che hanno messo in correlazione democrazia ed essere cristiani. Mi piace molto questo riferimento al Beato Livatino perché ci permette, anche come Cristiani, di guardare al senso di quello che facciamo anche come vissuto sociale riconducendolo al proprio vissuto di fede”, esattamente come ha fatto il giudice Livatino.
Quello che è emerso da questo terzo incontro, messo in luce dagli interventi dei relatori, è che non possiamo non fare i conti con la memoria se vogliamo guardare al domani. “Il terrorismo e la mafia sono minacce per la democrazia e la minano attraverso la paura” afferma Ilaria Moroni, Direttrice Archivio Flamigni. Per fortuna però, le persone che scelgono di mettersi al servizio della società sono molte di più di quelli che puntano a eroderla, comprese le deviazioni degli organi costituzionali. Le stragi dei terroristi hanno provato a colpire certamente le fondamenta della nostra società senza riuscirci, ma non dobbiamo commettere l’errore di abbassare la guardia. Anche per questo, nasce il progetto “La rete degli Archivi per non dimenticare”, un portale dove vengono ricordate le vittime del terrorismo e dove si fa memoria delle stragi che hanno segnato la storia del nostro Paese.

A sottolineare l’importanza dell’incontro anche Caterina Viola, referente del presidio di LIBERA dei Castelli Romani, che ha affermato con forza l’impegno necessario che serve con i giovani, per costruire con loro e per loro il futuro. Un accorato appello affinché i ragazzi non vengano abbandonati, perché se sollecitati, rispondo e prendono coscienza della realtà: occorre solo trovare la chiave giusta. Inoltre, Caterina Viola ha ricordato che il prossimo 21 marzo ricorrerà la “30^ Giornata della Memoria e dell’Impegno di LIBERA, che quest’anno sarà celebrata a Trapani, in un territorio che ha visto la latitanza di Matteo Messina Denaro. Il Presidio dei Castelli Romani invece, celebrerà il 21 marzo a Monte Compatri, dove saranno letti, esattamente come a Trapani, i nomi delle 1101 vittime di mafia, recentemente aggiornato. Caterina Viola ha sottolineato che conformemente all’insegnamento di Don Ciotti non basta però la memoria, occorre anche l’impegno di ciascuno di noi. Nella zona di Roma, denuncia Caterina Viola, sono presenti tutte le mafie nazionali, comprese quelle straniere, non possiamo voltarci dall’altra parte, ma dobbiamo combatterle.
LIBERA prende il nome da libertà, che è quella che associazioni come la mafia vogliono togliere alle persone. Le mafie toccano temi costituzionali come il diritto alla salute minacciato dall’attività di narcotraffico, o il diritto al lavoro che spesso è sostituto da quello illecito. Tutto questo si traduce in un attacco ai principi della democrazia. Argomenti quindi, che riguardano tutti e per questo serve consapevolezza e partecipazione da parte di ciascuno di noi. A spiegarlo è il magistrato Francesco Cananzi nel suo intervento che ha prima ripercorso le importanti figure di Aldo Moro e di Vittorio Bachelet con delle riflessioni a margine di quanto già illustrato dei precedenti relatori. Durante il suo intervento Cananzi ha affrontato anche lo scottante tema della divisione delle carriere dei giudici.



Dunque, come stai democrazia? Emerge un quadro che non ci deve spaventare, ma spronare a partecipare nella difesa del patrimonio più importante che abbiamo ricevuto in eredità dalle generazioni che ci hanno preceduto e che dobbiamo lasciare saldamente nelle mani di chi verrà dopo di noi: la libertà. La democrazia ha bisogno di essere difesa, tutelata, preservata senza se e senza ma, in ogni modo possibile: con la memoria, con gli incontri nelle scuole, con le conferenze, dai pulpiti delle Chiese e nelle stanze dello Stato. Con l’impegno consapevole da parte di tutti noi.



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