Papa Francesco (2)

Città del Vaticano: Si è svolto questa sera, alle ore 20, presso l’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, come annunciato, il rito della chiusura della bara del Romano Pontefice

CCittà del Vaticano – È stato pubblicato il Rogito di Papa Francesco, il documento ufficiale che riassume in forma solenne e sintetica il suo pontificato. Inserito in un cilindro metallico, è stato deposto nella bara del Pontefice durante il rito di chiusura, svoltosi presso l’Altare della Confessione nella Basilica di San Pietro, ieri sera alle 20.

Il documento si apre con le parole: «Con noi pellegrino di speranza, guida e compagno di cammino verso la grande meta alla quale siamo chiamati, il Cielo». Prosegue annunciando che il 21 aprile 2025, alle 7.35 del mattino, nel Lunedì dell’Angelo dell’Anno Santo, Francesco è tornato al Padre, mentre la luce della Pasqua illuminava il secondo giorno dell’Ottava. L’intera comunità cristiana – in particolare i poveri – ha elevato lode a Dio per il dono del suo pontificato, vissuto con coraggio e fedeltà al Vangelo.

Un papato di umanità e prossimità

Francesco è stato il 266° Pontefice. Nato il 17 dicembre 1936 a Buenos Aires, da genitori piemontesi, Jorge Mario Bergoglio fu inizialmente tecnico chimico. Entrò poi nel seminario diocesano e, l’11 marzo 1958, iniziò il noviziato nella Compagnia di Gesù. Dopo studi in Cile e Argentina, si laureò in filosofia e insegnò letteratura e psicologia. Fu ordinato sacerdote il 13 dicembre 1969 da Mons. Ramón José Castellano. Il 22 aprile 1973 fece la professione perpetua nei gesuiti e nello stesso anno fu nominato provinciale dell’Ordine in Argentina.

Negli anni successivi collaborò strettamente con il cardinale Antonio Quarracino. Il 20 maggio 1992 fu nominato vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires da Giovanni Paolo II, che nel 2001 lo creò cardinale. Alla morte di Quarracino, nel 1998, divenne arcivescovo di Buenos Aires.

L’elezione al soglio pontificio

Il 13 marzo 2013, al termine del conclave seguito alla rinuncia di Benedetto XVI, fu eletto Papa. Scelse il nome di Francesco ispirandosi al Santo di Assisi, come segno di attenzione ai poveri. Salutò la folla in Piazza San Pietro con le celebri parole: «Fratelli e sorelle, buonasera!», avviando così un pontificato all’insegna dell’umiltà e della vicinanza alla gente.

Il 19 marzo 2013, nella Solennità di San Giuseppe, iniziò ufficialmente il suo ministero petrino. Scelse di abitare nella Domus Sanctae Marthae per rimanere a contatto con le persone e fin dall’inizio volle celebrare la Messa del Giovedì Santo fuori dal Vaticano, tra carcerati e persone emarginate.

Dialogo, riforme e attenzione agli ultimi

Il suo pontificato fu segnato dal costante impegno per il dialogo interreligioso: memorabile la firma, il 4 febbraio 2019 ad Abu Dhabi, del Documento sulla fratellanza umana con il leader sunnita Ahmad al-Tayyeb. Avviò le Giornate Mondiali dei Poveri, dei Nonni e dei Bambini, e istituì la Domenica della Parola di Dio.

Convocò dieci Concistori, creando 163 cardinali, provenienti da 73 nazioni, e cinque Assemblee del Sinodo dei Vescovi. Rimane impresso nella memoria collettiva il 27 marzo 2020, quando pregò da solo in una piazza San Pietro deserta per la fine della pandemia da Covid-19.

Negli ultimi anni, le sue preghiere e i suoi appelli si sono rivolti spesso alla pace, in particolare per le guerre in Ucraina, Palestina, Israele, Libano e Myanmar.

Gli ultimi giorni

Il 14 febbraio 2025 fu ricoverato per una polmonite bilaterale al Policlinico Gemelli. Dopo 38 giorni di degenza, tornò a Casa Santa Marta, dove trascorse le ultime settimane dedicandosi con passione al proprio ministero, sebbene ancora debilitato. Il 20 aprile 2025, Domenica di Pasqua, si affacciò per l’ultima volta dalla Loggia centrale di San Pietro per la Benedizione Urbi et Orbi.

Un magistero profondo e riformatore

Il suo magistero è stato ampio e incisivo: tra i documenti più rilevanti si annoverano quattro encicliche – Lumen fidei, Laudato si’, Fratelli tutti, Dilexit nos – e sette esortazioni apostoliche, oltre a numerose costituzioni e lettere in forma di Motu Proprio. Con Praedicate Evangelium (2022), riformò la Curia romana. Rafforzò anche la normativa contro gli abusi nel clero con Vos estis lux mundi.

Papa Francesco ha lasciato un’eredità di semplicità, profondità umana e paternità universale.

Il rito di chiusura della bara

Il rito si è concluso alle 21 con la lettura del Rogito da parte di Mons. Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche, alla presenza del cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell e di alcuni familiari del Pontefice. Durante la notte, il Capitolo di San Pietro ha vegliato in preghiera in preparazione della Santa Messa di commiato.

Fonte e foto: Vatican News

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