Ad accogliere il Fondatore di Libera è Giampiero Cioffredi, responsabile di Libera Lazio, Caterina Viola, referente del Presidio dei Castelli Romani, studenti e studentesse del liceo Volterra – dove è presente un presidio di Libera , ragazzi e ragazze del gruppo scout Agesci Ciampino 2, autorità civili, religiose e militari.
Di Emanuele Scigliuzzo
Ciampino – Ciampino ha ospitato questa mattina, in un’aula consiliare gremita, Don Ciotti, il fondatore del Gruppo Abele e di Libera, associazioni nomi e numeri contro le mafie. Un’opportunità importante di dialogo per i cittadini, per gli studenti e per tutti i giovani, di vivere una mattina in ascolto, ma anche di esortazione a tutte le generazioni a fare di più e ad assumersi le proprie responsabilità. “Un’occasione importante – commenta la Sindaca Emanuela Colella – per sviluppare una cittadinanza attiva e responsabile, che sappia riflettere sui fenomeni criminali, capire come contrastarli e favorire una cultura della legalità”.


Nel suo lungo e trascinante intervento, Don Ciotti si rivolge a tutti ricordando che Libera è memoria, ma anche impegno, perché solo la memoria non basta: “Le vittime innocenti non chiedono celebrazioni, ma impegno di carne, lo stesso che hanno messo loro. Un impegno per trasformare da memoria del passato in etica del presente. Chiedono il diritto delle verità, perché la memoria non può andare in prescrizione. La verità passeggia per le vie del nostro paese, occorre liberare il passato dal velo delle verità nascoste. Non serve la retorica della memoria che usa parole d’occasione per ricordare ciò che ha dimenticato o omesso di difendere in vita”.
L’appello è per tutti: “Assumiamoci le nostre responsabilità, non dobbiamo essere cittadini a intermittenza. Le mafie e la corruzione non vivono solo di un sostegno attivo ma anche di quello passivo: si rafforzano se noi non sentiamo la nostra responsabilità di esseri cittadini. Non possiamo delegare gli altri, una parte di responsabilità tocca a ciascuno di noi”. L’invito è anche a informarsi e ad approfondire la conoscenza che “[…] è importante e alimenta la coscienza che poi ci dice da quale parte vogliamo stare”. Occorre agire quindi “Anche essere neutrali è pericoloso e ancor di più lo sono i mormoranti che non dicono, non fanno ma giudicano. Dobbiamo assumerci di più la nostra parte come cittadini e non restare nell’ombra. Sono tanti che si nascondono nell’ombra, chi si lamenta, chi critica il fare degli altri”.
La speranza quindi è anche nei 50mila presenti che sono arrivati a Trapani dove, dice Don Ciotti, “non arriva il treno, strade neanche a parlarne, pullman per la città finiti, ma serve andare anche nelle zone più difficili per valorizzare le persone e gli aspetti positivi che ci sono. La giornata della Memoria e dell’impegno, quest’anno è stata celebrata a Trapani perché serviva dare riscatto a un territorio che ha coperto la latitanza di Matteo Messina Denaro, “Una latitanza che ne nasconde altre, perché quelle criminali sono possibili solo se non coesistono con altre latitanze, quelle politiche e sociali”. E latitanza è anche quella di noi cittadini quando non rispondiamo agli impegni che la democrazia ci chiede.
Rivolgendosi al gruppo scout Agesci presente Don Ciotti dice: “Diffidate di chi non vi ascolta, di chi parla di voi, ma non con voi. Sappiate distinguere sempre tra seduttori ed educatori perché i primi promettono, vendono, suggestionano, gli altri vi vogliono vedere persone libere. Gli educatori sono nella scuola, i vostri capi Scout, i genitori e le persone che vi vogliono bene. Non mettete la vostra libertà in vendita”. Elogia poi la professionalità delle Forze dell’Ordine e ricorda la recente operazione di polizia che si è conclusa a Palermo con 181 arresti e dice: “dobbiamo fare una riflessione facendo la radiografia delle persone tratte in arresto. Vecchi boss che si sono riciclati, ma tanti giovani che costituiscono le nuove leve, figli di boss”. Più avanti nel suo discorso Don Ciotti dirà che nel DNA dei mafiosi c’è un codice genetico che gli impone di rigenerarsi e che quindi l’ultima mafia è sempre la penultima. Per fermare questo circolo vizioso dobbiamo strappare le radici e lo possiamo fare solo attraverso un processo di crescita culturale. La mafia oggi è forte dice il fondatore di Libera, si è adeguata ai tempi, spara di meno ma le loro aziende convivono con quelle che lavorano nella legalità, contaminando l’economia. Si adattano alle nuove tecnologie e hanno grandi capacità di investire in settori strategici. Un quadro difficile quindi, ma legato alla speranza di cambiamento che passa necessariamente dai giovani e dalla cultura.
Ancora un appello ai giovani, quello di non cadere nelle dipendenze a lancia un monito: “Sono sempre di più quelli che cadono nella trappola del gioco d’azzardo con l’età che si abbassa a 14 anni, ma anche l’alcol vede coinvolti ragazzi già a partire dagli 11 anni”. L’allarme comprende anche le dipendenze dalla tecnologia che coinvolge sempre più persone. Cita Trilussa quando dice “La favola più corta è quella che si chiama gioventù perché c’era una volta e adesso non c’è più”, ma la gioventù dice Don Ciotti, dipende solo da noi, il nostro cuore può rimanere giovane per sempre. Per questo dobbiamo lavorare con i giovani, ascoltarli e rimanere accanto a loro, valorizzando le loro energie, le loro passioni e ascoltando i loro bisogni. “Il mio sogno dice Don Ciotti, è una città educativa, in cui tutte le componenti fanno la loro parte: scuola, famiglia, politica e associazioni”. La città è un organismo vivo che si alimenta dei comportamenti dei cittadini. “Esiste una città dentro la città che vive in tante espressioni quotidiane di corresponsabilità, di attività che fanno magari poco rumore, ma che dobbiamo rendere visibile, rafforzarla e consolidarla”.
Ricorda ancora i detenuti del carcere minorile che Libera aiuta attraverso dei progetti: “Sono ragazzi che hanno sbagliato e che devono dar conto di quello che hanno fatto”, ma dobbiamo dar loro una speranza e la possibilità di riscatto. “In loro abbiamo visto il cambiamento. Ed è importante anche la rivoluzione delle donne che Libera sostiene aiutando chi decide di cambiare vita spezzando i legami con le organizzazioni criminali”.

Parla anche delle migrazioni Don Ciotti: “Devono essere governate, bisogna trovare il modo di doverlo fare nella maniera più giusta, ci vuole un’Europa che si senta questa responsabilità che non scarichi solo su alcuni paesi, ma non possiamo dimenticarci che è stata anche la nostra storia, in Brasile ci sono oltre 30 milione di persone di origine italiana”.
“La democrazia è partecipazione” ricorda Don Ciotti citando Gaber, e allora ognuno di noi deve fare la sua parte ed è proprio questo l’augurio che fa in chiusura: “essere cittadini veri”.



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