Castelli Romani – Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Coordinamento Ambientalista dei Castelli Romani:

Ringraziamo la XII Commissione Regionale e i consiglieri Zeppieri e Zuccalà che hanno organizzato in data odierna questo incontro per discutere un tema che riguarda da quasi 40 anni il nostro territorio: l’abbassamento dei laghi dei Castelli Romani che ha ormai raggiunto i 6,5 m.

Il nostro intervento è stato in rappresentanza di più di 40 associazioni e istituzioni scientifiche e naturalistiche del territorio. Abbiamo ribadito che questo fenomeno non è il risultato dei cambiamenti climatici, che in futuro aggraveranno la situazione, ma non sono ora la causa. Infatti fin dalla fine degli anni ’90 abbiamo osservato un progressivo calo dei livelli lacustri, dovuto all’eccessivo consumo delle risorse idriche, che superano di almeno il 10% la naturale ricarica delle falde da parte delle piogge.
Studi approfonditi, a partire dal 1989 e ulteriormente aggiornati dal 2005 grazie al lavoro delle associazioni, della Regione Lazio, delle Autorità di Bacino e del Dipartimento di Geologia dell’Università di Roma TRE e “La Sapienza”, hanno confermato con evidenza che il problema nasce dall’eccessivo sfruttamento della falda idrica. I dati sono chiari: il nostro territorio consuma più acqua di quanto la pioggia riesca a ricaricare le falde, portando così a un abbassamento progressivo dei livelli dei laghi e delle falde. Un dossier è stato consegnato ai Comuni presenti.

È importante sottolineare che questo problema non riguarda solo i Comuni immediatamente contigui ai laghi, ma l’intera idrostruttura albana, che comprende oltre 20 Comuni e si estende su tutto il bacino idrico affluente al Vulcano laziale. Per questo motivo, la risposta a questa emergenza deve essere collettiva. Solo una azione condivisa da tutto il territorio può garantire risultati concreti. In questo contesto, la partecipazione al Contratto di Falda si configura come una soluzione decisiva: non possiamo accontentarci di tavoli tecnici che escludono le associazioni che hanno denunciato il problema e gli enti territoriali, perché è necessario un approccio democratico e partecipato per gestire in maniera sostenibile le nostre risorse idriche. Il Coordinamento ha chiesto una seconda audizione dove invitare tutti i Comuni che incidono sulle falde idriche e non solo quelli vicini ai laghi. Siamo anche decisi a portare avanti un’Azione Popolare Per Danno Ambientale contro le istituzioni che non si attiveranno efficacemente.
Un altro aspetto critico riguarda le proposte che suggeriscono l’invio di acqua depurata proveniente dai reflui urbani nei laghi. Questa misura, le “gronde”, non solo non risolvono il problema, ma rischiano di compromettere l’equilibrio biochimico dei nostri laghi. L’acqua depurata, pur essendo una risorsa preziosa, è ancora carica di sostanze che possono alterare la delicata catena trofica e l’ecosistema lacustre, portando a effetti negativi ben più gravi nel lungo termine. L’acqua depurata va utilizzata per coprire usi non potabili e diminuire i consumi, non può alimentare direttamente i laghi e le zone umide. Abbiamo chiesto al Comune di Albano e a quello di Castel Gandolfo di rivedere questi progetti e invece bloccare l’aumento del prelievo diretto al Lago Albano chiesto dal Comune di Ariccia, che causerebbe anche un dissesto idrogeologico a causa del taglio del bosco previsto dal nuovo acquedotto.
Per ulteriori approfondimenti, domande o proposte di collaborazione, si prega di contattare il Coordinamento delle Associazioni per la Tutela dei Laghi dei Castelli Romani: soslaghi@resedaweb.org
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