Castelli Romani, riceviamo e pubblichiamo dall’ Associazione Aspal Divisione Boschiva il seguente comunicato:
Castelli Romani – Negli ultimi mesi, gli operatori forestali dei Castelli Romani vengono accusati ingiustamente di speculare sul territorio e di compromettere la salute dei nostri boschi. È fondamentale chiarire che la gestione del Castagno da legno, praticata da secoli nei boschi del vulcano laziale, rappresenta una tradizione forestale che non solo produce legname in modo sostenibile, ma è stata ed è tuttora fonte di occupazione, seppure ultimamente è difficile reperire nuove maestranze.
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È grazie all’attività tradizionale delle storiche Aziende Forestali che operano sul territorio che viene scongiurata la pratica invasiva della produzione di biomassa energetica, ad eccezione delle “fascine” di castagno utilizzate nei forni a legna del territorio per la cottura del pane di Lariano e del circondario dei Castelli.
I termini “disboscamento” e “deforestazione” equivalgono ad “eradicazione” totale della ceppaia, al contrario “ceduazione” o “taglio ceduo” riguardano la pratica secolare ben consolidata che permette di utilizzare le piante che ciclicamente crescono sulle ceppaie e che, dopo tempi prestabiliti e dettati da norme di legge forestale, potranno di nuovo essere utilizzate nel rispetto delle caratteristiche botaniche del castagno.
Il sistema permette che l’apparato radicale e le ceppaie, rimanendo intatte, favoriscano la rigenerazione naturale, garantendo così la continuità dei nostri boschi. Questa tecnica, applicata da secoli, ha dimostrato di essere sostenibile, senza intaccare, anzi favorendo la ricrescita della massa legnosa ed imprigionando la CO2.
In un contesto in cui l’alternativa all’impiego di materiali non sostenibili come cemento, plastica e ferro e altre sostanze, il castagno si distingue per le sue proprietà ecologiche, ecosostenibili e per il ciclo virtuoso che crea. Dalla gestione forestale responsabile, alla produzione di materiali edili compatibili, tutto il processo è orientato verso la salvaguardia del territorio e lo sviluppo locale, favorendo inoltre la produzione nazionale e riducendo le spese di importazioni dall’estero.
Inoltre, aggiungiamo che la “qualità” dei nostri boschi richiama operatori provenienti anche da altre province e che il nostro Castagno è apprezzato in Italia e in Europa. Il risultato di tutto quanto espresso permette ai bilanci dei comuni e dei privati proprietari di boschi di avere importanti risorse economiche che, per quanto riguarda i comuni, possono utilizzarle a favore delle rispettive comunità.
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Lo stato di conservazione attuale del patrimonio forestale del Monte Artemisio e del Vulcano Laziale è riconosciuto come sito di importanza comunitaria (SIC). Riteniamo che il merito debba essere riconosciuto anche al ruolo delle Aziende Boschive nel mantenimento e la salvaguardia ambientale del nostro territorio, tanto che alle stesse ditte debba essere riconosciuto il titolo di “Giardinieri dei Nostri Boschi” e, dall’associazione “ASPAL DIVISIONE BOSCHIVA”, l’onore di rappresentarle.
Nelle foto il taglio del castagno ai Castelli Romani nei primi anni del Novecento. Fornite da ASPAL DIVISIONE BOSCHIVA.
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