(Adnkronos) – "Ho vissuto una vita da miliardario senza una lira". Così esordisce Rino Barillari, il leggendario fotografo che ha immortalato la Dolce Vita romana e continua, oggi che compie 80 anni, a inseguire la notizia con la stessa passione di sempre, durante un video podcast negli studi Adnkronos con Davide Desario, direttore, e Giorgio Rutelli, vicedirettore. Alle spalle dei tre, come potete vedere nel video qui sotto, scorrono le immagini imperdibili del “king”: Sordi e Marini alla Fontana di Trevi, George Clooney che lo strozza (per scherzo), il giovane Paul Getty prima del rapimento, un’attrice americana che gli spiaccica un gelato sulla fronte perché dopo il matrimonio con un signore ricco e anziano, la sera andava in giro con un tipo decisamente più giovane. Nato a Limbadi, in Calabria, Barillari arriva a Roma nel 1959 con pochi soldi in tasca e un grande sogno. "Non parlavo italiano, solo calabrese. Dormivo a Villa Borghese e raccoglievo le monete lanciate dai turisti a Fontana di Trevi per comprarmi da mangiare" racconta. L'occasione arriva per caso: inizia ad aiutare gli "scattini", fotografi che immortalano i turisti per poi vendere loro le stampe. Da lì il passo è breve: scopre il fascino del mondo delle celebrità e decide che quella sarà la sua vita. "All'epoca Roma era piena di personaggi. Oggi non è più così", dice con un velo di nostalgia. "Si piange a pensare ai tempi in cui in Via Veneto trovavi Virna Lisi, Claudia Cardinale, Sophia Loren". Barillari diventa una presenza fissa nei luoghi più iconici della città: Piazza di Spagna, Campo de' Fiori, Piazza Navona. "Oggi chi non vuole essere fotografato va al Trullo o sulla Tiburtina. Ma la mia caccia era nelle strade del centro, dove il glamour era di casa". La sua Rolleiflex diventa un'arma: "Camminavo con la macchina fotografica nascosta sotto la giacca, pronto a scattare il momento perfetto". "Non tutti erano contenti di farsi fotografare", sorride amaro. "Sono finito in ospedale 164 volte, tra manganellate della polizia, pugni delle celebrità e risse per strada". Tra i tanti episodi, racconta lo scontro con Gerard Depardieu dell’anno scorso: "Gli avevo scattato delle belle foto a via Veneto, lui sembrava tranquillo. Poi, di colpo, mi ha dato tre cazzotti da paura. Secondo me lo ha fatto apposta per finire sui giornali". Barillari ha visto di tutto: dalle rapine ai suicidi, dai momenti di cronaca nera ai grandi eventi di spettacolo. "Quando arrivi su una scena del crimine, i parenti non ti dicono 'Benvenuto', anzi. Ma la foto resta, e la storia va raccontata. In quei casi, il bravo fotografo trova la scorciatoia per arrivare prima sulla notizia e magari anche rallentare gli altri…". "Chi si comportava meglio con me? I veri grandi, quelli che capivano il valore della fotografia", dice senza esitazione. "Sordi, Mastroianni, Amedeo Nazzari, erano signori. Rossano Brazzi mi invitò a cena, ma io ero agli inizi e non mangiavo per paura di fare brutta figura". E tra le donne più affascinanti? "Sofia Loren. Il suo nome è un passaporto internazionale. Grazie a lei ho aperto porte che sembravano impossibili". Anche la politica è passata davanti al suo obiettivo. "Cossiga è stato sempre un signore, ho passato giorni sotto casa sua per una foto della moglie. Alla fine ne ho scattata una, ma ancora oggi non so se era davvero lei. Poi quando finii in ospedale per qualche aggressione mi venne anche a trovare”. Tra i presidenti del Consiglio degli ultimi anni, Conte è stato tra i più gentili, Monti distante, con Renzi scherza tutte le volte che lo incontra per strada. E Meloni? “Lo scoop sarebbe la foto del suo ricongiungimento con Giambruno. Ci farei tre copertine. Con il bacio cinque”. Barillari guarda con sospetto i tempi moderni. "Oggi tutti si credono fotografi con il cellulare, ma manca l'anima. Una foto non è solo tecnica, è istinto, è storia". Eppure, anche lui non disdegna il telefonino: "L'altra sera ho fatto uno scatto con il cellulare a una cantante in un ristorante. Certo, non è come una Rolleiflex, ma serve". E qual è lo scoop che ancora sogna? "Il Papa che di notte porta una coperta a un senzatetto, vestito normale, senza abiti sacri. Sarebbe una foto eterna". A 80 anni, il Re dei Paparazzi non ha intenzione di fermarsi. "Se mi chiamano, io vado. La storia non aspetta. Spero di farlo ancora per almeno dieci anni". E per il suo compleanno? "Tranquillo con mia moglie. Le chiederò scusa per il tempo che non le ho dedicato. Ma se arriva la chiamata giusta, prendo la macchina e scatto. Perché la fotografia è vita". —[email protected] (Web Info)