(Adnkronos) – Una filiera 'in affanno', visto che opera su un mercato automobilistico che in Europa ha perso dal 2019 3,5 milioni di immatricolazioni, ma che è comunque riconosciuta come un punto di forza del nostro export grazie alla qualità riconosciuta del Made in Italy. E' uno scenario di luci e ombre quello della componentistica italiana e dell'aftermarket, emerso nel nuovo appuntamento degli Autopromotec Talks che si è tenuto a Roma, in vista della 30ma edizione della rassegna delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico che si svolgerà presso BolognaFiere dal 21 al 24 maggio 2025. Come ha sottolineato Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia "la componentistica è uno dei settori di punta del nostro export, con una bilancia commerciale positiva da oltre 20 anni e un avanzo commerciale superiore ai 5 miliardi di euro". Ma il calo della produzione e delle immatricolazioni non puo' non impattare su questo settore, dal momento che la componentistica rappresenta il 75% del valore di una vettura. Nel processo di progressiva elettrificazione del mercato pesano poi le strategie di alcuni costruttori che – ha ricordato – "per compensare i costi elevati delle batterie spostano la ricerca dei componenti verso paesi più competitivi" come prezzi, ma non come qualità. Anfia – ha aggiunto – sta lavorando anche a rafforzare i rapporti con la Cina, visto che – nonostante l'indubbio vantaggio sui costi dei brand asiatici – i marchi locali possono trovare in Italia eccellenze in materia di componentistica, fondamentali per la loro espansione internazionale. Più 'roseo' il quadro emerso per l'Independent Aftermarket che realizza oltre 10 miliardi di euro di fatturato e dà lavoro a 260.000 addetti. Come ha spiegato Luciano Palmitessa Ceo di Unigom questo settore 'tiene in vita il Made in Italy' subendo minori pressioni rispetto a quello che lavora come 'original equipment', visto che si muove sulla manutenzione dei veicoli in uso, con una rete di 90.000 officine indipendenti, servite da 800 distributori e 4.800 ricambisti. L'appuntamento romano ha offerto anche l'occasione per riaffermare alcuni primati ed eccellenze della produzione italiana: dal rigore delle normative Made in Italy nel settore dei ponti sollevatori (adottate anche a livello europeo) allo 'storico' primato negli autolavaggi (settore che si distingue a livello globale, con un 50% del fatturato orientato all'export e un giro d'affari complessivo di 2,5 miliardi di euro l’anno). Ma sono success stories anche quelle dei prodotti chimici per la detergenza e la cura dei veicoli (circa 20 aziende produttrici contro le 6 della Germania) o degli avvitatori da corsa che hanno conquistato la F1, e poi la Nascar. Insomma, ha ricordato l'ad di Autopromotec Renzo Servadei, l'aftermarket automobilistico è un settore importantissimo, sia come peso economico che per il consumatore visto che il calo delle immatricolazioni spinge a una maggiore necessità di effettuare riparazioni. Ma se piccolo e' bello – è stato spiegato a Roma – più grande è meglio, per le nostre imprese.  "Abbiamo una rete di piccole e medie aziende nel settore dei ricambi e delle attrezzature che sono leader a livello internazionale. Essendo, però, piccole e medie aziende – ha spiegato – hanno bisogno di supporto, sia nell'attrazione di visitatori esteri esteri ad Autopromotec, sia per andare loro stesse all'estero". Per l'edizione 2025 comunque la speranza è di tornare ai livelli pre-covid grazie anche "alla grandissima richiesta da parte degli operatori esteri. Le nostre aziende – continua – esportano mediamente il 45-50% della produzione, con punte che arrivano fino al 90%. Molti meccanici nel mondo probabilmente utilizzano attrezzature italiane, per cui aspettiamo tanti operatori esteri a Bologna dal 21 al 24 maggio 2025". —[email protected] (Web Info)