Ariccia
Il nuovo Direttore Generale della ASL Roma 6, Giovanni Profico (al centro), con Marco Mattei e Vincenzo Lastaccato Regina.

Ariccia – Si è tenuta questa mattina, presso l’Ospedale dei Castelli, la tradizionale Messa del Malato, un momento significativo di preghiera e riflessione in preparazione della Pasqua. Iniziata con la presenza del Vescovo di Albano, Monsignor Vincenzo Viva, e tutti i sindaci dei Castelli e del litorale, tra cui il sindaco di Ariccia Gianluca Staccoli, nel cui territorio rientra l’Ospedale dei Castelli.

La Messa, che anticipa le vacanze pasquali e la preparazione alla Pasqua, si è tenuta inizialmente nella cappella dell’ospedale e successivamente nella hall, con numerosi presenti, tra cui dirigenti medici, infermieri, personale dell’ospedale e diverse associazioni di volontariato, come la Croce Rossa. Presenti anche tutte le forze dell’ordine del territorio e un rappresentante di Cittadinanza Attiva. A seguire, è previsto anche un concerto di pianoforte e coro con musiche liturgiche e religiose.

Presente, con la sua prima uscita ufficiale, il nuovo Direttore Generale della ASL Roma 6, il dottor Giovanni Profico, accolto dal Direttore Sanitario Vincenzo La Regina e dal Capo di Gabinetto del Ministero della Salute, Marco Mattei, anche lui presente insieme a tutti i sindaci dei Castelli e del litorale, aderenti alla Diocesi di Albano e al territorio della ASL Roma 6. Sono intervenuti anche la consigliera regionale Edy Palazzi e il senatore Marco Silvestroni.

COMUNICATO STAMPA DELLA ASL ROMA 6

Apertura della Chiesa Giubilare all’Ospedale dei Castelli: una giornata di grazia, accoglienza e speranza

Martedì 15 aprile 2025, si è svolta una cerimonia solenne e carica di significato all’Ospedale dei Castelli: l’apertura straordinaria della Chiesa Giubilare presso la Cappella San Camillo de Lellis, che per l’intera settimana – dal 15 al 21 aprile – accoglierà fedeli, pazienti, operatori sanitari e visitatori in un tempo speciale di raccoglimento, preghiera e riflessione.

L’evento, promosso in occasione del Giubileo degli ammalati, è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra la Asl Roma 6, la Diocesi Suburbicaria di Albano e la Santa Sede, ed è stato impreziosito dalla celebrazione eucaristica presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Viva, Vescovo di Albano. Presenti anche numerose autorità civili, religiose e militari, oltre a una nutrita rappresentanza della Rete Oncologica Aziendale e dei volontari che operano quotidianamente all’interno delle strutture sanitarie del territorio.

La cappella, cuore spirituale dell’ospedale, ha accolto i fedeli con la semplicità e la forza di un luogo dedicato alla cura dell’anima. All’interno, simboli religiosi e immagini sacre sono diventati segni tangibili di un messaggio di vicinanza, conforto e fede, proprio là dove la malattia mette a dura prova le fragilità umane.

A rendere ancora più speciale l’occasione è stata la piantumazione simbolica di due giovani ulivi, posizionati temporaneamente all’interno della cappella e che saranno successivamente collocati all’esterno, nell’area verde dell’ospedale. Un gesto semplice, ma dal profondo valore spirituale e simbolico: l’ulivo, nella tradizione cristiana, è segno di pace, rinascita e speranza, e in Quaresima e Pasqua rappresenta la vita che rinasce dopo il sacrificio e il silenzio. Un messaggio potente che si inserisce perfettamente nello spirito del Giubileo e nel quotidiano cammino di cura della struttura sanitaria.

Durante la cerimonia, ha preso la parola il Direttore Generale della ASL Roma 6, Dott. Giovanni Profico, che ha voluto condividere un pensiero di grande sensibilità e vicinanza a tutti i presenti:

_“È per me un grande onore e una profonda emozione poter partecipare oggi all’apertura straordinaria della Chiesa Giubilare, all’interno dell’Ospedale dei Castelli in rappresentanza dell’intera Comunità della Asl Roma 6.

Un sentito ringraziamento va a Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Viva, alla Diocesi Suburbicaria e alla Santa Sede, con la paterna vicinanza di Papa Francesco, che continua ad indicarci la via dell’incontro, della misericordia e dell’ascolto.

Questa Cappella – dedicata a San Camillo de Lellis, santo protettore dei malati, degli infermieri e degli ospedali – è oggi anche Chiesa Giubilare: uno spazio sacro che si apre simbolicamente e concretamente all’abbraccio di chi cerca conforto, non solo nel corpo, ma anche nell’anima.

In un luogo di cura come questo, dove ogni giorno si affrontano la sofferenza, la fragilità e la speranza, l’accoglienza assume un significato ancora più profondo. L’accoglienza della persona, della sua storia, del suo dolore. L’accoglienza che si fa carezza, ascolto e dignità.

Abbiamo voluto che questo momento rimanesse vivo nella memoria della nostra comunità: i due giovani ulivi oggi testimoni di questa giornata speciale verranno piantati nell’area esterna dell’ospedale. L’ulivo, simbolo di pace, speranza e rinascita, rappresenta per noi il cammino che la sanità può compiere ogni giorno: non solo verso la guarigione, ma verso un’autentica cura dell’essere umano nella sua interezza.

Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo evento: gli operatori sanitari, il personale religioso, i volontari, i responsabili della Rete Oncologica Aziendale e le associazioni che ogni giorno camminano al nostro fianco.

Che questo Giubileo possa essere per tutti tempo di grazia, di riflessione e di apertura del cuore.”_

L’apertura della Chiesa Giubilare si inserisce in un percorso di umanizzazione della cura portato avanti dalla ASL Roma 6, che non si limita alla salute fisica ma abbraccia anche il benessere spirituale e psicologico delle persone, in linea con la visione integrata e compassionevole proposta dal magistero di Papa Francesco.

In un mondo che spesso corre e dimentica l’essenziale, questa giornata ha ricordato a tutti l’importanza del tempo dell’ascolto, della presenza e della speranza. L’Ospedale dei Castelli si è trasformato, per qualche ora, in una casa ancora più aperta, più umana, più spirituale.

Una giornata che rimarrà impressa nella memoria di chi l’ha vissuta, e che segna un passo importante nel cammino verso una sanità sempre più attenta, accogliente e inclusiva.

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