Ariccia, ospitiamo la lettera di riflessione e incoraggiamento del parroco della Chiesa Centrale don Antonio Salimbeni.
Cari fratelli e sorelle, stavolta non voglio fare un messaggio per l’ anno nuovo, ma voglio riflettere ,in vista del primo giorno del 2025, nel quale si celebra la Giornata mondiale per la Pace, sul valore e l’importanza proprio della pace. Sembra strano oggi parlare di pace, quando siamo circondati ovunque da immagini di conflitto,di violenza, di sofferenza; chi parla di pace fa’ la figura di chi si illude, di chi non è inserito nella dura realtà di questa nuova epoca senza misericordia.
Eppure anche nella notte più nera,la luce non è mai assente; una fiamma, seppur piccola, arde sempre. Questa fiamma per me è la grazia che sgorga dall’ apertura di questo grande Giubileo della Speranza. Il Giubileo è il segno della grande Riconciliazione, del pellegrinaggio, concreto e spirituale, verso il cuore della nostra fede. È un percorso che ci deve portare a guardarci dentro per riscoprire le radici del nostro essere umani. E queste radici sono piantate nel cuore di Dio, che ci ha creati a Sua immagine e somiglianza. Il cuore di Dio è Amore, Amore infinito, è Unità e Comunione; se veniamo dal cuore di Dio, come è vero che da lì siamo stati creati, allora noi siamo stati creati per essere in pace. Pace con noi stessi, Pace con i fratelli, Pace tra i popoli. Chi cammina dietro il Signore vive la pace e perciò sta in pace. Chi ama non è mai in guerra perché la guerra, qualunque forma di guerra, è sempre mossa dal vuoto di amore, che non può essere mai colmato se non si distrugge “ il vitello d’oro” del nostro egoismo, della nostra sete di predominio, del nostro peccato più grave, cioè quello di voler essere al posto di Dio e non in comunione con Lui. La speranza che porta questo anno giubilare deve essere forza che abbatte ogni muro per riconoscere ognuno, nell’ altro, il proprio fratello.
Mi ha fatto molto pensare e riflettere l’ immagine a cui abbiamo assistito il giorno 29 dicembre ,quando il nostro Vescovo, S.E. Mons. Vincenzo Viva, ha aperto il Giubileo nella nostra Diocesi; prima di entrare dal portone della cattedrale, il Vescovo ha sostato di fronte ad un grande crocifisso di legno. Quel crocifisso, così grande, così pesante, sembrava quasi bloccare il passaggio; la sofferenza, la morte, sembravano chiudere ogni spiraglio. Eppure non è stato così e non è così; la Croce, ed ogni uomo ad essa appeso in questo tempo carico di lacrime non è la fine, ma l’ inizio del cammino verso la Resurrezione, verso la vita nuova di un’ umanità che solo così , solo cambiando davvero, troverà la pace, quella pace che il Signore Gesù ci ha dato per mezzo degli Apostoli quando si è presentato a loro dopo aver abbattuto quella enorme pietra del sepolcro che sembrava inamovibile.
Abbandoniamoci allora alla speranza, lasciamoci travolgere dal suono gioioso delle trombe giubilari; lasciamo che la pace germogli nei nostri cuori e nei cuori di tutti gli uomini, a partire dalle nostre famiglie, delle nostre comunità, del nostro quotidiano. Per dare un aiuto a questo germoglio, fragile ma forte allo stesso tempo, che deve diventare un albero, vi voglio dare quattro indicazioni, quattro passi concreti da fare per sentire ed essere in pace, e lo voglio fare prendendo spunto dalle quattro lettere della Parola PACE. P come perdono, perché senza perdono non c’è pace: perdonate con gioia e con abbondanza, sempre; A come Amore, così come Gesù ci ha mostrato: amarci gli uni e gli altri come Lui ci ha amato, fino a dare la propria vita per noi; C come carità; donate sempre, più che le cose materiali, di cui c’è tanto bisogno, donate voi stessi, spezzatevi per chi ha bisogno come l’ Ostia si spezza sull’altare; E come equilibrio; equilibrio del cuore ed equilibrio nelle relazioni, perché ogni fratello abbia da noi il più grande rispetto e la più grande accoglienza possibile, perché tutti abbiamo la stessa dignità, la dignità dei figli dell’ Altissimo. Carissimi, auguro a tutti che nei vostri cuori,nelle vostre famiglie, nei luoghi che frequentate regni la pace vera, quella disinteressata, quella gratuita, quella senza retropensieri e che tutto il mondo senta il richiamo dell’ amore e ogni goccia di sangue versato si trasformi in un fiore che profuma di vita. Il parroco di Ariccia Centro don Antonio Salimbeni.
Nella foto sopra una Sala dell’ Oratorio di via degli Olmi ad Ariccia preparata per la Cena di fine Anno degli operatori pastorali e le loro famiglie.
QUI per leggere altre INFO simili – QUI per consultare la nostra pagina Facebook