Comunicato Stampa del Coordinamento contro l'inceneritore

Albano: riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa del Coordinamento contro l’inceneritore

Albano – Il 10 febbraio alle 17,30 incontreremo il sindaco di Albano Massimiliano Borelli. Chiederemo risposte su diverse questioni per le quali è territorialmente competente.

  1. Da un lato in merito al procedimento, avviato con ingiustificabile ritardo dalla Regione, che dovrebbe mettere in sicurezza gli invasi dismessi e porre fine all’inquinamento prodotto in quarant’anni dalla gestione della discarica di Roncigliano. A parere della Regione il Comune dovrebbe gestire la relativa Conferenza di Servizi.
  2. Dall’altro in merito alle conseguenze prodotte dalla decisione del sindaco della Capitale, commissario straordinario al giubileo e ai rifiuti, di realizzare un mega inceneritore di rifiuti indifferenziati tal quali a S. Palomba, su un terreno acquistato da AMA nell’ultimo lembo del IX municipio, a 800 metri dalla discarica e a confine con il territorio di Albano.

In proposito, chiederemo a Borelli notizie e accertamenti sulla consistenza della recente ricerca catastale di LabUr, da cui risulterebbero incongruenze circa la posizione dei confini storici tra il territorio di Albano e il terreno acquistato da AMA, originariamente costituiti dal fosso demaniale di Cancelliera; sta di fatto che ora il percorso naturale del fosso risulta abusivamente deviato all’interno del terreno AMA e non segna più in quel tratto il confine territoriale tra Albano e Roma.

Lo stesso LabUr ha sollecitato il sindaco di Albano a indagare e accertare la veridicità delle carte che da sole farebbero saltare i piani di Gualtieri. Forse non sapremo mai chi e quando abbia commesso l’abuso ma sappiamo che AMA e Gualtieri ne stanno approfittando per considerare il fosso naturale come semplice “opera idraulica,” quindi non più soggetta ai vincoli del demanio. Tanto è bastato ad AMA per chiedere la demanializzazione e poter spostare ulteriormente il fosso ai margini dell’area interessata all’inceneritore.

Intanto, dopo la presentazione in pompa magna del progetto definitivo redatto da Acea che nessuno di noi ha potuto vedere, i tempi fissati dal cronoprogramma per l’inizio della realizzazione dell’inceneritore slittano sempre più avanti, sotto la pressione delle tante criticità emerse e dell’opposizione di decine di comitati.

Ora Gualtieri ha spostato a marzo prossimo l’avvio dei lavori, incurante della mole di irregolarità amministrative, di bugie sul reale impatto del forno e sui costi che graveranno sui cittadini romani. Ancora non sappiamo se potremo visionare il piano economico finanziario e il progetto definitivo e se sarà resa pubblica l’iter della Valutazione di Impatto Ambientale.

Ma sappiamo molto bene che la pretesa cattura della CO2 è di fatto inesistente, che il recupero di energia termica per riscaldamento è ridicolo e che la favola del “Parco dell’economia circolare” è un misero tentativo di nascondere l’inquinamento scaricato nell’ambiente dai due camini per oltre tre decenni.

Sulle popolazioni coinvolte incombe dunque la minaccia di un disastro ambientale e sanitario che andrebbe a sommarsi a quello già prodotto in quarant’anni dalla vicina discarica di Albano. La richiesta alle direzioni regionali Ambiente e Rifiuti votata ad Albano, langue da tempo.

Per questo, dopo il nostro recente presidio sotto la sede regionale, nel corso del quale tutti i tecnici informati e la dirigente si sono eclissati tra congedi e missioni, abbiamo chiesto e ottenuto un nuovo incontro e saremo in via di Campo Romano il 14 febbraio alle 11 con la dirigente Wanda D’Ercole, dalla quale attendiamo risposte e decisioni sulla messa in sicurezza della discarica e sull’istanza presentata dal Comune di Albano.

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