A Ciampino mancano 500 alberi

Pensata come una città giardino, Ciampino oggi soffre una riduzione del patrimonio arboreo che dura ormai da troppo tempo e i fondi del PNRR, utilizzati per una ristrutturazione cittadina, non hanno favorito le alberature. Intervista a Silvio Sinibaldi, esponente di Diritti in Comune, che fa alcune osservazioni sull’argomento.


di Emanuele Scigliuzzo

Che Ciampino in origine dovesse essere una città giardino, è una storia ormai nota a tutti. Cosi come è sotto gli occhi di tutti, che di quel giardino oggi, resta ben poco, con il solo Parco Aldo Moro a difendere gli spazi verdi della cittadina. Ciampino in questi ultimi tempi, soprattutto complice la ristrutturazione urbana accelerata dai fondi PNRR, ha visto radicalmente cambiare il patrimonio arboreo. Di rinnovamento si parla anche in questo senso, vista la necessità di conservare, ammodernare e garantire il funzionamento negli anni delle infrastrutture urbane prevenendo l’inevitabile impatto che le piante hanno su queste. Ecco allora che sono spariti i maestosi pini di viale di Marino, i più modesti oleandri di via Principessa Pignatelli e l’alberatura di via Due Giugno. Gli alberi si sa, hanno diversi effetti benefici: migliorano la qualità dell’aria, abbattono le temperature e creano l’ombra in strade che se assolate dalle temperature estive diventano difficili da percorrere. L’amministrazione, fa sapere che sta provvedendo a sostituire le piante abbattute con nuove alberature che garantiranno, anche negli anni avvenire, gli effetti benefici e la capacità di coesistere con le infrastrutture urbane. Se il bilancio, alla fine di questo profondo rinnovamento che la città sta vivendo sarà positivo o negativo, in termini prettamente numerici non lo sappiamo, quello che però salta immediatamente all’occhio è il prima e il dopo: tolto un maestoso pino e sostituito con un albero giovane, si intuisce subito che per avere un’ombra efficace bisognerà aspettare non poco. A questo proposito Diritti in Comune, movimento politico di Ciampino che vanta due consiglieri eletti nell’ultima tornata elettorale, ha espresso la propria preoccupazione attraverso una nota stampa con la quale chiede un “Piano di riforestazione urbana”. Diritti in Comune pone l’accento sugli effetti negativi che tutti questi abbattimenti porteranno chiedendone la cessazione e rammentando alla sindaca di aver giurato sulla Costituzione che nell’articolo 9 che – ricorda la nota – “Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”.

Abbiamo raggiunto Silvio Sinibaldi, esponente di Diritti in Comune, per affrontare con lui la questione.

Un problema, quello del taglio delle alberature, che ha radici non proprio recenti ricorda Sinibaldi: “Nel corso degli ultimi venticinque anni gli amministratori che si sono succeduti al governo della città hanno disperso un patrimonio arboreo di circa 500 alberi di alto fusto come pini, lecci e tigli che però non sono stati sostituiti. Piante che noi nel corso degli ultimi anni abbiamo censito. Questo per dare l’idea della politica ambientale che ha caratterizzato i recenti anni di politica. I fondi che sono arrivati del PNRR, utilizzati in parte per rifare i marciapiedi, ha portato l’attuale amministrazione a fare delle scelte che riteniamo discutibili”.

A cosa si riferisce in particolare?

Gli esempi potrebbero essere diversi, tra questi citerei via Due Giungo, dove sono stati abbattuti tutti i tigli presenti, ma fortunatamente solo sul lato destro. Condividiamo l’esigenza di migliorare il passaggio dei pedoni, di certo avremmo preferito una soluzione che avesse potuto evitare il sacrificio di questi alberi, anche se sono sostituiti con altri esemplari. La stessa cosa la chiediamo per via Genova e largo Dublino dove sono stati tagliati 24 platani alti 15 metri di trent’anni con un fogliame enorme. Anche in questo caso riteniamo che si sarebbe potuto ampliare il marciapiede trovando il modo di far coesistere tutte le esigenze, considerata anche l’ampiezza della strada. Quello che contestiamo è certamente l’abbattimento indiscriminato, ma anche la sostituzione che è avvenuta con piante talmente giovani che bisognerà aspettare decenni prima di avere una crescita tale da portare tutti i benefici diretti e indiretti che gli alberi offrono con la loro presenza. È poi purtroppo mancata la condivisione dei progetti, tra l’altro difficilmente raggiungibili o rintracciabili sul sito del comune. Ecco che poi nascono rotatorie stradali come in via della Repubblica dove sono stati posizionati cinquantadue posti a sedere, che nelle intenzioni del progetto servirebbero per creare socialità intorno a una rotatoria stradale. Così come piazza Trento e Trieste dove il progetto scardina i luoghi di socialità consolidati nel corso di trent’anni e in cui è prevista la sostituzione delle panchine con le sedute cubiche in cemento”.

Ma l’amministrazione per la piazza Trento e Trieste ha incontrato la cittadinanza

Sono venuti rispondendo a una richiesta specifica dei cittadini e dei commercianti che volevano capire i progetti che interessano il quartiere. Nell’occasione hanno ascoltato le critiche e preso atto delle richieste, lasciando la promessa ai cittadini di incontrarli in sala consiliare dove sarebbero state spiegate le risultanze di quell’incontro. A distanza di quattro settimane però, tutto tace.

E le osservazioni di Silvio Sinibaldi si riferiscono anche alla perdita dell’architettura di piazza della PaceDa sempre la piazza aveva quattro Cedri del Libano, con la mancata piantumazione di due nuovi esemplari di questi alberi si è persa la simmetria che la caratterizzava. È un segno dell’insensibilità dell’amministrazione per la riqualificazione della principale piazza della città. Credo che una cittadina di 40mila abitanti possa permettersi di acquistare piante adeguate ad avere viali alberati in modo dignitosi”.

Intanto giovedì 21 novembre sono stati messi a dimora, nell’ambito del progetto di piantumazione del Parco “Aldo Moro”, 240 nuove piante tra cui lecci, querce rosse, pruni da fiore, cedri libanesi, platani, laurocerasi e pini di Aleppo. Un’iniziativa svolta con Aeroporti di Roma e Lagardère Travel Retail Italia, in collaborazione con il Comune di Ciampino e il supporto tecnico di Etifor e WOWnature.

Secondo Sinibaldi però, non è tutto oro quello che luccica: “Questo evento nasce da una richiesta che l’amministrazione ha rivolto ad Aeroporti di Roma chiedendo cosa potessero fare per la nostra cittadina. Non vorremmo che la piantumazione fosse una contropartita ad un controllo puntuale e preciso verso l’attività dell’aeroporto e l’osservanza del Decreto Costa. Ricordiamo che Ciampino fa parte della commissione aeroportuale che ha tra i suoi compiti proprio quello di sorvegliare e garantire la salute dei cittadini attraverso il controllo per l’attuazione del Decreto Costa.

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