Roma, Regina Coeli: aggressioni e pericoli costanti per gli agenti della Polizia Penitenziaria

Roma, Regina Coeli: aggressioni e pericoli costanti per gli agenti della Polizia Penitenziaria

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di UILPA Polizia Penitenziaria Lazio sugli episodi di violenza nel carcere di Regina Coeli: “Serve un intervento immediato del Ministero”

Roma – Gli episodi di violenza contro gli agenti del carcere di Regina Coeli non si fermano, con continue aggressioni che mettono a rischio la loro vita. L’ultimo caso ha visto due agenti colpiti brutalmente da un detenuto, mentre il Vice Comandante ha evitato per un soffio un attacco mortale con un rasoio rudimentale. La UILPA Polizia Penitenziaria Lazio lancia l’allarme: lo Stato deve riprendere il controllo per garantire la sicurezza di agenti e detenuti.

REGINA COELI AGGRESSIONI, DANNEGGIAMENTI E PERICOLO DI VITA PER GLI AGENTI
UILPAPP LAZIO NECESSITA DI URGENTI INTERVENTI DEL MINISTERO

Le notizie delle aggressioni a Regina Coeli si susseguono e tutte hanno un solo fattore dominatore, FERIRE gli agenti penitenziari.
La più vecchia di una settimana circa dell’invio in pronto soccorso, di un agente in servizio presso il carcere romano di Regina Coeli colpito da un pugno in pieno volto scagliato da un detenuto senza apparente motivo. L’agente se l’è “cavata” con 14 giorni di prognosi. L’ultima nella giornata di ieri altri due agenti sono stati aggrediti all’interno della storica ma ormai famigerata terza sezione. I malcapitati, rei di aver convocato un detenuto per un consiglio di disciplina, sono stati colpiti dalla furia distruttiva del soggetto con un televisore che lo stesso detenuto aveva sradicato dal muro e da una sequela di pugni che li hanno resi inermi a terra. A seguire disordini sui piani con lanci di oggetti e “gavettoni” pieni di acqua e di urina a colpire il personale intervenuto a soccorrere i colleghi e rifiuto di fare rientro nelle celle, nella solita tragica quotidianità, che va avanti ormai da mesi, di Regina. La più brutta di una gravità estrema è accaduto nei minuti a seguire come se ciò non fosse già abbastanza agghiacciante che si è venuti a conoscenza, sembrerebbe che il Vice Comandante dell’Istituto, prontamente accorso (come di consueto) a cercare di sedare gli animi sia stato colto di sorpresa alle spalle (mentre dialogava con un detenuto) da uno dei ristretti, che ha iniziato a menare una serie di fendenti ad altezza viso e collo con un rasoio rudimentale cercando di colpire il dirigente che solo grazie alla sua prontezza di riflessi riusciva a schivare i colpi e così, probabilmente, a salvarsi la vita. Un solo attimo di ritardo e staremmo scrivendo un necrologio ora.
Quante altre volte andrà bene? Ormai è chiaro, non fossero bastati gli eventi che hanno portato alla distruzione di intere sezioni (che a detta di qualcuno potevano essere evitati e comunque assai limitati) che l’Istituto romano è totalmente fuori controllo. Se si arriva a far diventare l’istituto una piazza di spaccio, a colpire gli agenti solo per sport e addirittura a tentare di uccidere un dirigente che grazie alla sua esperienza e le capacità comunicative è stato sempre presente a risolvere i problemi più disparati e che, soprattutto, ha sempre avuto il rispetto e la stima, non solo degli agenti ma anche degli stessi detenuti, allora è segno evidente che, in quel luogo, lo Stato ha ceduto il passo alla criminalità. Un luogo in cui lo Stato ha il dovere di imporre la sua presenza, a tutela dei suoi uomini così come dei detenuti più fragili, laddove invece, attraverso i suoi più alti rappresentanti, sta subendo una sconfitta dalla quale forse si potrebbe (a questo punto il condizionale è d’obbligo) ancora rialzare solo facendo cambiamenti radicali e drastici e confidando nella coraggiosa scelta dell’uomo giusto che rispetti il personale e che abbia lo scopo di riportare la legalità nell’istituto senza essere distratto da commissioni e passerelle varie. E, vista la demotivazione e l’esasperazione del personale e dell’ambiente non rimane che sperare in un miracolo, con una presenza di detenuti che supera il 180% e un organico di Polizia Penitenziaria ridotto meno 40% della forza prevista rimaniamo in attesa di cosa altro deve accadere in questo Carcere unico in Italia con tanti eventi critici come aggressioni, rivolte e quant’altro da circa un anno si trova ad affrontare, senza che al DAP assumano i necessari provvedimenti!

La Segreteria regionale Lazio – UILPA POLIZIA PENITENZIARIA

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Last Updated on 15 Ottobre 2024 by Autore P

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