Federico Brunetti, l’omicida di Velletri vittima dello Stato

Federico Brunetti, l’omicida di Velletri vittima dello Stato

Velletri – Federico Brunetti ha 26 anni ed è passato da essere solo un ragazzo problematico, ad omicida quando ha ucciso Marcos Schinco, il suo compagno di cella, il 19 giugno. Federico, però, non doveva trovarsi lì, nel carcere di Velletri, e soprattutto non doveva essere in compagnia, vista la situazione psicologica molto grave. Forse tutto questo poteva essere evitato. A dirlo sono le indicazioni e i provvedimenti emessi in questi mesi sia dal GIP presso il Tribunale di Roma, sia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Nel gennaio del 2023, il GIP presso il Tribunale di Roma, su parere degli psichiatri del carcere dove Federico all’epoca era detenuto, ne aveva disposto il trasferimento presso una articolazione per la tutela della salute mentale (“ATSM”) – afferma l’avvocato di Federico, Valentina Cafaro che prosegue – tuttavia, nonostante i plurimi solleciti che ho presentato, il provvedimento è rimasto ineseguito per l’assenza di posti disponibili nelle ATSM. Intanto Federico è stato continuamente trasferito da un istituto penitenziario all’altro per ragioni di ordine e sicurezza. Gli psichiatri che lo hanno monitorato nel tempo, afferma ancora l’avvocato Cafaro, hanno registrato un progressivo e netto deterioramento delle condizioni psicofisiche di Federico, che si è reso autore di gravissime condotte anticonservative, etero-aggressive e violente”.

Ma Federico ha continuato la sua detenzione in una cella nel carcere di Velletri, come un normale detenuto. A questo punto, la squadra degli avvocati dello studio Saccucci&Partners si è rivolta alla CEDU: “Ci siamo rivolti alla Corte europea rappresentando la situazione e comunicando l’alto rischio che Federico rappresentava sia per sé stesso che per gli altri. Il 20 giugno la CEDU ha emesso un provvedimento con il quale ha ordinato, al governo italiano, di trasferire il signor Brunetti in una struttura idonea con il fine di assicurargli la fruizione di un trattamento terapeutico in linea con la sua patologia. Il caso mette in luce l’esistenza di un problema di inadeguatezza dell’offerta medico-trattamentale riservata agli autori di reato affetti da psicopatologie. Purtroppo, l’assenza di posti disponibili presso alcune delle strutture dedicate al trattamento di pazienti psichiatrici, autori di reato, è solo uno dei profili in cui si articola un problema dalle sfaccettature ben più complesse la cui soluzione non può certo individuarsi nella mera creazione di “nuovi luoghi”, ma richiede sforzi trasversali e multilivello”.

Un’altra storia tragica si è consumata nel carcere di Velletri, tra detenuti che si suicidano, polizia penitenziaria al limite e carenza dei posti. Il caso di Federico Brunetti è emblematico, e il problema è molto più grande dello stesso carcere dei Castelli Romani.
Bisogna fare qualcosa, e al più presto, per non vedere altre vite stroncate come quella di Marcos, come quella di Federico.

Lucrezia Caminiti

Last Updated on 15 Luglio 2023 by Redazione 2

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